Un tesserino da professionista alla memoria per Giancarlo Siani, il giornalista del quotidiano Il Mattino, assassinato dalla camorra il 23 settembre 1985, quando aveva appena compiuto 26 anni. Trucidato sotto casa, al quartiere Vomero di Napoli, dai due ergastolani Ciro Cappuccio e Armando Del Core. “Mio fratello non ha aveva avuto il tempo di diventare professionista” aveva detto a dicembre scorso, il medico e deputato Paolo Siani, nell’aula consiliare del Comune di Torre Annunziata (Napoli) in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria alla memoria del giornalista assassinato per i suoi articoli di accusa al sistema dei clan camorristici. Così davanti alla richiesta di portare alcuni oggetti che ricordassero Giancarlo, il fratello aveva subito pensato al suo tesserino azzurro da pubblicista. Ora l’annuncio del conferimento, frutto di una scelta dell’Ordine nazionale e di quello della Campania dei giornalisti.
LA DECISIONE DEGLI ORDINI – “Una decisione – ha spiegato il presidente dell’Ordine della Campania, Ottavio Lucarelli – che mira a valorizzare ulteriormente il grande impegno professionale di Giancarlo, il cui lavoro è da tempo un simbolo per la nostra professione. Un simbolo per l’informazione corretta, pulita e libera da qualsiasi condizionamento”. La consegna del tesserino, da parte dei presidenti di Odg nazionale e Campania, Carlo Verna e Lucarelli, avverrà a settembre durante le giornate in memoria di Giancarlo.
IL COMMENTO DI PAOLO SIANI – Immediata la reazione di Paolo Siani. “Consegnare a Giancarlo, 35 anni dopo la sua barbara uccisione, il tesserino di giornalista professionista è un gesto altamente simbolico, che mi commuove e mi fa pensare” ha scritto sui social. E ha raccontato: “Mi commuove perché penso che lui quel tesserino lo desiderasse davvero. Mi fa pensare perché l’Ordine dei giornalisti sceglie da che parte stare. E ha scelto la parte più difficile, quella che non va in Tv, che non urla ma che cerca le notizie, anche quelle più scomode”. Infine una dedica: “Quel tesserino bordeaux lo dedicheremo a tutti quei ragazzi che vogliono fare i giornalisti in territori difficili e a tutti quei giornalisti che, benché minacciati dalle mafie, continuano a fare il loro dovere e a informarci per la nostra libertà. In fondo questo è il modo migliore per ricordare il sacrificio di Giancarlo”.
LE ‘MESATE’ AI SUOI KILLER – La notizia, tra l’altro, arriva a circa un mese da un’operazione nel corso della quale, a Marano di Napoli, sono state notificate 16 misure cautelari emesse dal gip nei confronti di altrettante persone ritenute legate al clan Polverino, accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e all’intestazione fittizia di beni, reati aggravati dal metodo mafioso. Dall’indagine dei carabinieri, coordinata dalla Dda di Napoli, è emerso che da quasi 35 anni è andato avanti senza sosta il sostegno della camorra ai due killer ergastolani di Giancarlo Siani. La cosiddetta ‘mesata’, che viene pagata alla famiglia dei criminali che muoiono o che finiscono in carcere rimanendo fedeli alla camorra, non è una novità, ma è emblematico il fatto che questo sostegno non si sia mai interrotto nel corso dei decenni, nonostante l’avvicendamento dei clan al potere, i Nuvoletta, i Polverino e, in ultimo, gli Orlando.