Il voto viene visto dagli osservatori come una sorta di referendum tra le politiche populistiche ed europeiste. Da una parte il presidente uscente Andrzej Duda, sostenuto dal partito conservatore Legge e Giustizia, dall’altra il candidato liberale, il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski. Il primo ma è in testa ai sondaggi, che lo accreditano del 40-41%, una percentuale che lo costringerebbe al ballottaggio del 12 luglio. Alle 21, quando chiuderanno le urne, saranno diffusi i primi exit poll. La riconferma di Duda consoliderebbe l’attuale governo fino alle elezioni politiche del 2023, mentre la vittoria di Trzaskowski sarebbe un freno all’agenda dell’esecutivo dato il potere di veto di cui gode il presidente. I due candidati, entrambi ex eurodeputati 48enni, rappresentano due volti opposti del Paese e lo hanno mostrato anche nella scelta dei luoghi dei comizi conclusivi della campagna elettorale.

Rappresentante di una Polonia euroscettica, rurale, tradizionalista e nazionalista, Duda ha condotto in un tour di piccole città, che si concluso venerdì a Stary Sacz, antica cittadina di 9mila abitanti nel voivodato della Piccola Polonia, la regione dove ha la sua roccaforte. Europeista ed ex ministro per la Digitalizzazione, Trzaskowski, candidato dei liberali centristi di Piattaforma Civica, ha scelto Varsavia, la capitale, di cui è sindaco. Vicino al partito Legge e Giustizia (Pis), che ha lasciato quando è diventato presidente nel 2015, Duda ha sostenuto la maggior parte delle politiche del governo, compresa la controversa riforma giudiziaria che, secondo l’opposizione e i rilievi dell’Unione Europea, mina l’indipendenza della magistratura. L’uomo forte del Pis, Jaroslaw Kaczynski, ha inviato una lettera a tutti i membri del partito chiedendo una forte mobilitazione a favore di Duda, avvertendo che la vittoria di un altro candidato farebbe precipitare il Paese in una profonda crisi politica.

Le elezioni erano originariamente previste per il 10 maggio, ma sono state rinviate a causa dell’epidemia di coronavirus, ed agli elettori è stata data la possibilità di votare per posta. L’opzione è stata scelta da 192mila dei 30 milioni degli aventi diritto al voto. Nel frattempo il rinvio ha portato a un cambiamento di candidato nell’opposizione: Piattaforma Civica aveva inizialmente puntato su Malgorzata Kidawa-Blonska, considerata in grado di rassicurare parte dell’elettorato conservatore. Ma la sua candidatura, unica donna fra gli aspiranti, non era mai decollata e l’annuncio che avrebbe abbandonato la corsa per protesta contro l’ipotesi del voto postale – accusato di scarse garanzie – ha portato alla scelta di Trzaskowski, che ha subito cominciato a salire nei sondaggi e oggi viene dato al 26-30%, distanziandosi da tutti gli altri sfidanti, tutti sotto il 10.

In caso di ballottaggio, Duda è dato al 48,7% mentre Trzaskowski arriva al 47,5%. In pratica si tratta di un testa a testa che allarma il Pis. Duda ha scelto un campagna aggressiva a sostegno dei valori tradizionali, dai toni omofobi, parlando dell’omosessualità come di una “ideologia peggiore” del comunismo: “Basta con queste stupidaggini sui diritti umani, questa gente non è come le persone normali”, ha detto in un dibattito televisivo, promettendo di difendere i bambini da “l’ideologia Lgbt”.

Sindaco della capitale, Trzaskowski è stato attaccato come esponente delle élite metropolitane lontane dal popolo e preso di mira per le sue posizioni a favore dei diritti degli omosessuali. Il candidato di Piattaforma Civica ha invece scelto un tono più pacato, con l’obiettivo di conquistare voti moderati senza alienarsi i progressisti. Ha anche mostrato apprezzamento per le politiche di spesa sociale del Pis, promettendo di cooperare in buona fede con il governo. Ma se vincerà per i prossimi cinque anni potrà mettere il veto sulle leggi del Pis, che non dispone alla Camera della maggioranza necessaria di tre quinti per superarlo.

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