Prima le statue, ora le bandiere. Sull’onda delle proteste nate dopo l‘uccisione dell’afromericano George Floyd, soffocato da un agente di polizia durante un controllo, è tornata a far discutere la presenza dell’emblema confederato sulla bandiera del Mississippi, utilizzato dagli Stati schiavisti che persero la guerra civile e per questo motivo visto da molti come un simbolo razzista. Entrambe le Camere hanno votato a favore della rimozione, proposta dai democratici del Congresso locale, guidato dai repubblicani: ora può essere formalmente introdotto un disegno di legge per cambiare la bandiera.
Il Mississippi è l’ultimo Stato americano ad avere ancora l’emblema confederato sulla propria bandiera. Se il disegno di legge verrà approvato, una commissione progetterà una nuova bandiera, da votare a novembre. Non dovrebbero esserci ostacoli, anche perché il governatore repubblicano Tate Reeves ha detto che avrebbe firmato la legge se fosse stata approvata in Congresso.
“La discussione sulla bandiera del 1894 è diventata divisiva quanto la bandiera stessa, ed è ora di finirla“, ha scritto su Twitter il governatore, aggiungendo: “Non dobbiamo illuderci che un voto in Campidoglio basti, il compito che abbiamo di fronte è riunire lo Stato”. La deputata democratica afroamericana Barbara Blackmon ha commentato: “Non avrei mai pensato di vedere la bandiera cadere durante la mia vita”.