I verdi conquistano la Francia, dove si è votato per il ballottaggio in 4820 comuni ieri, dopo il rinvio da marzo a causa dell’emergenza coronavirus. Gli ecologisti vincono a Lione, Marsiglia, Bordeaux e altre città e Anne Hidalgo riconquista Parigi. Sconfitto su tutti i fronti En Marche, il partito di Macron. A trionfare, solitario, è Edouard Philippe a Le Havre. Ma a vincere è stata soprattutto l’astensione, arrivata al livello di record del 60%: un secondo turno voluto a tutti i costi dalla Francia dopo che il primo – il 15 marzo – aveva sollevato una bufera di polemiche per la decisione del governo di confermarlo a due giorni dal lockdown. Il ballottaggio paga, in termini di partecipazione, la demotivazione di chi ha visto eliminare il proprio candidato al primo turno ma la cifra record è tale da provocare nel presidente Emmanuel Macron “preoccupazione”. A contare, è stato anche il clima molto caldo e l’evidente rifiuto di molti di recarsi alle urne con mascherine e precauzioni anti-pandemia.
Già dall’uscita dei primi risultati spiccava il trionfo – con il 58% a Le Havre, nel nord – del primo ministro Edouard Philippe, che conferma il suo balzo di popolarità raggiunto durante i tre mesi di emergenza sanitaria. Per Macron, che gli ha subito telefonato per rallegrarsi, un problema in più, in quanto il panorama dei candidati del suo partito, La République en Marche, è desolante: candidati battuti ovunque, nessun entusiasmo, né personalità emergenti a livello locale. L’unico della maggioranza a convincere è stato proprio colui che più di tutti – per la sua popolarità crescente, in controtendenza con quella del capo dell’Eliseo – rischia di fargli ombra. E dopo questa sera si avvicina la decisione di un rimpasto di governo nel quale Philippe – uomo che ha guidato fin dall’inizio il governo durante il mandato di Macron, che lo ha pescato nella destra dei Républicains – potrebbe essere sostituito. I due si vedranno domattina in un faccia a faccia.
A Parigi, invece, Anne Hidalgo, come ampiamente previsto e nonostante la sua politica che ha diviso i parigini sull’assetto urbano e il traffico, ha avuto facilmente ragione delle sue avversarie. Rachida Dati ha ottenuto circa il 31% dei voti, rallegrandosi per aver “rivitalizzato la destra” nella capitale, la ex ministra della Salute Buzyn molto al di sotto delle pur modeste previsioni: “Parigi ha scelto la speranza” ha esultato Hidalgo sulla piazza dell’Hotel de Ville, attorniata dalla sua equipe, annunciando un’alleanza “ecologica e sociale”. Gli alleati in posizione di maggior forza saranno proprio gli ecologisti di David Belliard, che avevano preso il 10,8% al primo turno.
Esulta anche Marine Le Pen per la vittoria del suo ex compagno Louis Aliot a Perpignan, nel sud. E’ la prima volta che l’estrema destra del Rassemblement National va a governare una città di oltre 100.000 abitanti. Ma è anche, al momento, l’unica vittoria del partito della Le Pen in queste elezioni. A Lille, la dirigente socialista Martine Aubry batte il candidato ecologista Stéphane Baly e si avvia al quarto mandato consecutivo. Molti gli ecologisti che hanno conquistato dei comuni: l’onda verde che era stata annunciata si conferma con le vittorie di Lione, Marsiglia, Strasburgo, Bordeaux, Poitiers e Besancon oltre a una miriade di altri centri meno importanti. Soddisfatti di una ripresa a livello locale anche i dirigenti della destra dei Républicains e del Partito socialista, i grandi sconfitti delle presidenziali e delle politiche del 2017.