Cronaca

Liguria, la mappa delle prime quattro notti di autostrade chiuse. Toti: “Ordinanza contro il piano di Mit e Aspi, situazione insostenibile”

Sono 16 le gallerie con massima priorità: le verifiche sulla sicurezza verranno effettuate tra il 29 giugno e il 3 luglio su A26, A12 e A10. Rete interrotta tra le 22 e le 6, con il rischio di prolungamento se saranno riscontrati problemi. Proseguiranno anche i lavori: garantite due corsie libere entro il 10 luglio. Il governatore: "Non possiamo aggiustare le gallerie tutte insieme, un danno gigantesco alla libertà economica di impresa"

Le prime chiusure notturne scatteranno da oggi, lunedì 29 giugno, e proseguiranno fino al 3 luglio. In tutto sono 16 le gallerie da ispezionare in questa prima fase: sono quelle ritenute di massima priorità, su cui sono necessarie verifiche approfondite ancora mai effettuate. Poi, entro il 10 luglio, dovranno essere portati a termine tutti i controlli sulle 147 gallerie e dovranno essere garantite almeno due corsie aperte su tutta la rete. Sono queste la mappa e la tabella di marcia concordate da ministero dei Trasporti e Autostrade per l’Italia per completare i lavori in Liguria. Un piano pattuito domenica in extremis per scongiurare il rischio di un blocco totale della circolazione autostradale regionale, ma che ancora fa infuriare il presidente della Liguria, Giovanni Toti. Il governatore ha annunciato un’ordinanza che chiede a Mit e Aspi di predisporre entro tre giorni un nuovo piano sui lavori autostradali: “Abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere per cercare di mitigare i disagi che ci sono”, ha spiegato Toti, parlando di una “situazione insostenibile” e di “un danno gigantesco” per l’economia.

L’accordo raggiunto ieri tra il ministero e la società Autostrade ha avuto il fine di evitare una chiusura diurna dalle A26. Inoltre, la concessionaria ha ottenuto il via libera a modificare la procedura di controllo: per le gallerie già ispezionate si procederà a verifiche strumentali indirette che consentiranno di acquisire una conoscenza sullo stato di sicurezza, garantendo comunque il transito delle auto. Questo non significa che per turisti e pendolari liguri i problemi siano finiti: innanzitutto, continueranno i lavori sulla rete, che dovrebbero a partire dal 3 luglio arrivare a garantire in una settimana almeno due corsie libere per il passaggio dei veicoli. E poi resta l’incognita sui controlli: se le verifiche notturne dovessero far emergere dei rischi per la sicurezza, la chiusura del tratto autostradale verrebbe prolungata oltre le 6 del mattino, tra l’altro senza possibilità di preavviso.

Come riportato sul sito del ministero dei Trasporti, le attività di controllo riguardano complessivamente 147 gallerie. Il quotidiano La Stampa riporta nel dettaglio quali saranno le prime 16 gallerie sottoposte alle verifiche già nelle prossime quattro notti, quelle comprese appunto tra il 29 giugno e il 3 luglio. Sette sono sulla A26 (tra Voltri e Gravellona), altrettante sono sulla A12 (tra Genova e Rosignano), mentre due si trovano sulla A10 (tra il capoluogo e Ventimiglia). In queste tratte sarà quindi disposta la chiusura notturna, a partire dalle 22 della sera fino alle 6 del mattino. La prima questa notte sarà proprio sulla A26, scrive La Stampa, tra Ovada e il raccordo con la A10.

Nel dettaglio le chiusure successive devono ancora essere definite da prefetture, Regione e comuni. Intanto però è arrivata la replica di Toti, con l’ordinanza che chiede di “predisporre immediatamente e comunque non oltre tre giorni dalla pubblicazione della presente ordinanza un piano di manutenzione dell’infrastruttura autostradale ligure che contemperi le primarie esigenze di sicurezza della circolazione con il diritto fondamentale alla mobilità“. Per il governatore ligure “la situazione resta insostenibile“. “Non possiamo aggiustare le gallerie tutte insieme – ha aggiunto – perché questo comporta un rischio per chi si muove e quindi un danno, la mancata mobilità dei cittadini e quindi la lesione di diritti costituzionali e un danno gigantesco alla libertà economica di impresa nel nostro territorio, nonché una disparità di trattamento tra le imprese e i cittadini della Liguria e quelli degli altri territori”.