Economia

Popolari di Bari, l’assemblea dei soci approva trasformazione in Spa e aumento di capitale. Via libera al salvataggio: “Sarà banca del Sud”

Con il 96% di voti a favore arriva l'ok al passaggio che permette ora l’intervento del Fondo Interbancario e di Medio credito centrale, determinante per evitare la liquidazione. Parte così il piano predisposto dal governo per salvare l’istituto di credito pugliese, commissariato lo scorso dicembre e travolto da un’inchiesta che ha coinvolto tutti gli ex vertici. Il commissario Blandini: "La banca continua, ci sarà una banca nel Mezzogiorno e per il Mezzogiorno"

L’assemblea straordinaria dei soci della Banca popolare di Bari dà il via libera all’aumento di capitale e alla trasformazione in Spa (società per azioni). L’annuncio arriva da Antonio Blandini, uno dei due commissari straordinari, al termine dell’assemblea che con l’approvazione lascia spazio al passaggio successivo, determinante per evitare la liquidazione e rilanciare l’istituto: l’intervento del Fondo Interbancario e di Medio credito centrale. Il piano predisposto dal governo per salvare l’istituto di credito pugliese, commissariato lo scorso dicembre e travolto da un’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto tutti gli ex vertici, prevede che Fitd, che raggruppa le altre banche italiane, parteciperà con uno stanziamento di 1,17 miliardi di euro, compresi i 364 già anticipati, mentre il Mediocredito Centrale, che assumerà il controllo dell’istituto barese, parteciperà con 430 milioni.

Il 96% dei soci in assemblea ha votato a favore della trasformazione della Banca popolare di Bari in Spa. Lo hanno comunicato i commissari straordinari al termine dell’assemblea. “Siamo particolarmente emozionati – ha detto il commissario Blandini – questo vuol dire che il progetto è stato pienamente compreso, che la banca continua e che ci sarà una banca nel Mezzogiorno e per il Mezzogiorno”. “C’è stata una partecipazione straordinaria – ha aggiunto Blandini – siamo riusciti a tenere l’assemblea in prima convocazione, con oltre 35mila soci intervenuti in assemblea”. “Questa era la prima fase, che è quella di patrimonializzazione della banca, che era una fase propedeutica all’avvio del rilancio della banca stessa. Da ora in poi ci sono tutti i mezzi e tutte le condizioni per dare avvio al rilancio e, quindi, all’implementazione del piano industriale così come è stato definito”, ha spiegato l’altro commissario straordinario, Enrico Ajello.

Sul piatto, per chi ha preso parte all’assemblea, sono stati messi una serie di incentivi. Innanzitutto azioni gratis per 20 milioni di euro e 2,38 euro per azione (l’ultimo prezzo di quotazione del titolo nel mercato HI-MTF) a quei soci che accetteranno di rinunciare a ogni pretesa o azione connessa agli aumenti di capitale della Banca, deliberati ed eseguiti nel corso degli esercizi 2014 e 2015. Esclusi dalla proposta i clienti con posizioni in sofferenza o considerati “unlikely to pay”. E’ peraltro previsto anche un warrant per ciascuna azione posseduta, diversa da quelle sottoscritte nell’aumento di capitale 2014/15.

Proprio una decina di giorni fa il ministero dell’Economia ha pubblicato il decreto che autorizza il versamento delle risorse in conto capitale a favore di Mediocredito Centrale. L’11 giugno era arrivato invece il via libera della Commissione europea al piano di salvataggio, che aveva fatto seguito all’intesa con i sindacati che ha spianato la strada proprio al salvataggio impostato dal governo. Il piano prevede circa 650 esuberi spalmati su dieci anni, tramite pensionamenti e prepensionamenti volontari. Sono esclusi invece licenziamenti ed esternalizzazioni.

Gli ex vertici della banca sono stati travolti da un’inchiesta della procura di Bari sulla gestione dell’istituto di credito. Al centro dell’indagine il ruolo di Marco e Gianluca Jacobini, arrestati a gennaio. Secondo l’ipotesi accusatoria erano loro i registi dei presunti affari illeciti che avrebbero portato la banca sull’orlo di una crisi di liquidità. Tra gli indagati figura anche l’ex ad e direttore generale Vincenzo Figarola De Bustis, in passato a capo di Banca 121, Mps e Deutsche Bank Italia. Agli Jacobini è stato recentemente sequestrato un patrimonio di circa 16 milioni di euro e la procura ipotizza l’ostacolo alla vigilanza per aver nascosto a Bankitalia la concessione di finanziamenti ad alcuni clienti “direttamente o indirettamente utilizzati per l’acquisto di azioni proprie” incidendo negativamente per 50 milioni sui bilanci.

Un tavolo per gli azionisti esclusi dal risarcimento
Il commissario Blandini, parlando con i giornalisti al termine dell’assemblea, ha dichiarato anche che verrà aperto un tavolo di conciliazione e solidarietà, le cui regole verranno decise anche insieme alle associazioni di azionisti, aperto a tutti coloro i quali non sono destinatari dell’offerta risarcitoria. “Secondo noi è molto importante – ha detto – perché, al di là della considerazione dei soci dell’aumento di capitale 2014-2015 per i quali è previsto un risarcimento pari a 2,38 euro per azione, per gli altri azionisti apriamo questo tavolo anche per comprendere se ci sono situazioni particolari di disagio o di interesse che meritano di essere valutate”.