Mentre il piano per la banda ultralarga accumula ritardi, Tim e Open Fiber pronte a sfidarsi in tribunale. La società italiana della banda ultralarga lo scorso marzo ha chiesto 1,5 miliardi di euro di risarcimento danni per presunto abuso di posizione dominante. Fonti vicine a Tim trovano “risibili” le argomentazioni alla base della richiesta fatta al tribunale di Milano e fanno sapere che l’ex monopolista a sua volta sta preparando azioni legali nei confronti di Open Fiber per concorrenza sleale e richiesta di danni di importo equivalente se non superiore. Il botta e risposta tra le due società ha affossato il titolo di Tim che ha lasciato sul terreno il 3,48%.
Come si legge nell’informativa finanziaria di Tim sul primo trimestre, Open Fiber ha chiamato in giudizio Tim lo scorso marzo, avanzando una pretesa risarcitoria pari a 1,5 miliardi di euro per danni causati da un presunto abuso di posizione dominante escludente nei confronti di Open Fiber. La società partecipata in misura paritetica da Enel – che ha ricevuto un’offerta non vincolante per la sua quota da Macquarie Infrastructure – e Cassa depositi e prestiti contesta al gruppo guidato da Luigi Gubitosi una serie di pratiche anticoncorrenziali. Tra queste, l’aver effettuato investimenti pre-emptive in reti fibra ottica Fttc nelle cosiddette ‘aree bianche‘, dove sono inesistenti le infrastrutture di rete, ma anche aver avviato azioni legali pretestuose per ostacolare le gare Infratel, società che ha tra i suoi obiettivi la copertura di aree in divario digitale in tutto il territorio nazionale.
Sempre secondo le accuse di Open Fiber, Tim avrebbe effettuato il repricing strumentale di alcuni servizi all’ingrosso, lanciato offerte commerciali di lock-in sul mercato retail e comunicato informazioni false all’Agcom in sede di approvazione di una offerta wholesale. Inoltre, Tim avrebbe diffuso voci circa un interesse nell’acquisizione proprio di Open Fiber e attuato una politica discriminatoria per quanto riguarda le condizioni di accesso alle infrastrutture passive di Tim.
La citazione in tribunale Open Fiber fa appello al provvedimento A514 dell’Antitrust, che aveva inflitto una multa da 116 milioni di euro a Tim per “strategia anticoncorrenziale”. Già in occasione della relazione trimestrale, Tim aveva dichiarato di avere intenzione di impugnare davanti al Tar la decisione dell’Antitrust relativa al provvedimento, “richiamata ampiamente da controparte nella citazione”. Nuove fonti vicine a Tim spiegano che la sentenza Antitrust a cui si fa riferimento ha dichiarato che il presunto abuso all’interno delle aree bianche era già terminato ad agosto 2018, ben prima della decisione dell’Antirust e, quindi, in un periodo in cui Open Fiber non aveva ancora realizzato alcuna infrastruttura da offrire al mercato in quelle aree.