Fino al 4 luglio in scena il meglio del cinema asiatico da Taiwan alle Filippine, passando per la mitica Corea del Sud. Apre Ashfall, segue, tra gli altri lo strambo I WeirDO, e tra decine di titoli che si possono vedere su MyMovies c'è anche Parasite in bianco e nero.
Chi si somiglia si piglia. Potrebbe essere questa la tagline di I WeirDO, una delle prime mondiali del 22esimo Far East Fim Festival di Udine, quest’anno rigorosamente online. Il film taiwanese I WeirDO, proprio come scrivono gli organizzatori del festival, è una spassosa e “coloratissima favola pop” che ha oltretutto la centrata lungimiranza, in tempi assolutamente non sospetti, di mettere in scena due protagonisti che si proteggono dalla testa ai piedi con mascherine, guanti, impermeabili. E niente meno: si lavano, soprattutto lui, continuamente le mani. Attenzione: non stiamo parlando del Covid 19, ma di patologie ossessivo-compulsive che portano il giovane Po-ching a inseguire continuamente questo ordine di pulizia maniacale (ha anche tutti i pasti già suddivisi in Tupperware ordinatissimi); e la bella Cheng Ching a proteggersi ogni angolo di corpo per paura di una guerra batteriologica. I due temono, guarda caso, il contatto con l’altro, lo sfiorarsi, il dannato senso del tatto, ma il loro incontro porterà ad alcune inattese novità.
Grazie al formato “rettangolare” in verticale, ottenuto da riprese effettuate esclusivamente con un iPhone XS, I WeirDO è un’opera prima di assoluta spigolosità stilistica. Punteggiato sia nelle svolte del racconto che nel montaggio da una frontalità meccanica e buffa che, accompagnata all’eccentricità dell’incontro/scontro delle vite dei due strambi protagonisti, e anche ad un commento musicale sempre in punta di archi come fosse un cartone animato, offre una versione pimpante e spiritosa del genere “outsider” con paranoia patologica. Il regista si chiama Liao Ming-yi e sentiremo parlare ancora di lui.
Per capire cosa significhi la FEFF mania meglio aggiungere un paio di parole su uno dei successi al box office sudcoreano della stagione prima che il Covid 19 portasse alla chiusura delle sale cinematografiche in tutto il Far East, come del resto nella rimanente parte di mondo. 17 i milioni di budget e 58 quelli incassati, il film s’intitola Ashfall ed ha addirittura aperto il festival friulano. Un disaster movie di proporzioni gigantesche, un Armageddon in salsa nucleare che mescola scene d’azione e di distruzione come solitamente fanno i blockbuster hollywoodiani. Ma non storcete subito il nasino pensando che sia una boiata perché anche un Bong Joon-ho, prima di mettersi a cazzeggiare magnificamente con l’estetica art house di Parasite (qui al FEFF 2020 c’è pure la versione del film clamorosamente plurioscarizzato in bianco e nero) ha diretto parecchi blockbuster tra cui quel The Host che ancora riecheggia nella sua magniloquenza e follia come pochi.
Se qualcosa vi ricorda Indipendence Day avete ragione. Solo che qui nel film diretto dal duo Le Hae-Jun e Kim Byung-seo c’è un insolito e naturale brio nel girare una storia “leggera”, modalità produttiva e creativa che, ad esempio, difficilmente saremmo in grado di sfoderare in Europa (le eccezioni recenti ma piccoline, certo ci sono, come il norvegese The Wave – 2015). Insomma se non l’avete capito al FEFF si adora incondizionamente tutto ciò che arriva dall’Asia e dintorni. E da quando si è costretti a fare tutto online (la piattaforma tecnica di supporto è MyMovies) per seguirlo non c’è più bisogno nemmeno di arrivare ad Udine. Qui ogni informazione per seguire il FEFF online in queste ore: https://www.fareastfilm.com/.