Una nuova sparatoria a Seattle, nella Chop Zone occupata dai manifestanti che protestano per i diritti degli afroamericani dopo la morte di George Floyd, ha provocato la morte di un giovane di 16 anni, mentre un 14enne è stato portato d’urgenza all’ospedale e ricoverato in terapia intensiva in gravi condizioni.
A riportarlo è la Bbc precisando che il fuoco è stato aperto nella zona vicino al Congresso, scelta dai manifestanti per portare avanti le proteste che da settimane coinvolgono tutti gli Stati Uniti. Si tratta della quarta sparatoria negli ultimi dieci giorni in quella che era al’inizio una zona presidiata da manifestanti pacifici, ma che con il passare del tempo è sfuggita al controllo delle autorità.
La zona ribattezzata Capitol Hill Occupied Protest e autogestita dai manifestanti è stata creata sulla scia dell’uccisione di Floyd. In una strada, i manifestanti hanno creato un enorme murales che riporta il nome del movimento Black Lives Matter. La sicurezza della zona è gestita in autonomia dai manifestanti pacifici, ma negli ultimi 10 giorni vi si sono verificate quattro sparatorie. Nella prima, il 20 giugno, un 19enne è stato ucciso e un 33enne ferito. Il giorno successivo, un 17enne è stato ferito, così come lo è stata due giorni dopo un’altra persona. A seguito dei ripetuti episodi di violenza le autorità locali hanno dichiarato di valutare lo smantellamento della zona e riaprire la stazione di polizia.
La direttrice del Seattle Police Department, Carmen Best, ha accusato dimostranti e abitanti di “non essere collaborativi con le nostre richieste di aiuto” e ha descritto l’area come “non sicura, per nessuno”. Nel frattempo dalla politica arrivano le prime richieste di dimissioni nei confronti della sindaca Jenny Durkan, accusata di aver gestito male la situazione. Secondo i media locali, la zona Chop è pacifica e tranquilla di giorno, con volontari che distribuiscono cibo gratuitamente e gente che si rilassa nei parchi, dove è stato anche creato un giardino comunitario. Di notte, tuttavia, la tensione sale quando i dimostranti marciano e persone armate controllano le strade.
Quest’ultimo episodio arriva a poche ore dalla pubblicazione delle immagini di St. Louis che hanno fatto il giro del mondo e mostrano una coppia che esce di casa e affronta le proteste del movimento Black Lives Matter con in braccio un fucile d’assalto e una pistola.
Mondo
Seattle, sparatoria nella zona occupata dai manifestanti per i diritti degli afroamericani: ucciso un 16enne, grave un 14enne
A riportarlo è la Bbc precisando che il fuoco è stato aperto nella zona vicino al Congresso, scelta dai manifestanti per portare avanti le proteste che da settimane coinvolgono tutti gli Stati Uniti. Si tratta della quarta sparatoria negli ultimi dieci giorni in quell'area della città
Una nuova sparatoria a Seattle, nella Chop Zone occupata dai manifestanti che protestano per i diritti degli afroamericani dopo la morte di George Floyd, ha provocato la morte di un giovane di 16 anni, mentre un 14enne è stato portato d’urgenza all’ospedale e ricoverato in terapia intensiva in gravi condizioni.
A riportarlo è la Bbc precisando che il fuoco è stato aperto nella zona vicino al Congresso, scelta dai manifestanti per portare avanti le proteste che da settimane coinvolgono tutti gli Stati Uniti. Si tratta della quarta sparatoria negli ultimi dieci giorni in quella che era al’inizio una zona presidiata da manifestanti pacifici, ma che con il passare del tempo è sfuggita al controllo delle autorità.
La zona ribattezzata Capitol Hill Occupied Protest e autogestita dai manifestanti è stata creata sulla scia dell’uccisione di Floyd. In una strada, i manifestanti hanno creato un enorme murales che riporta il nome del movimento Black Lives Matter. La sicurezza della zona è gestita in autonomia dai manifestanti pacifici, ma negli ultimi 10 giorni vi si sono verificate quattro sparatorie. Nella prima, il 20 giugno, un 19enne è stato ucciso e un 33enne ferito. Il giorno successivo, un 17enne è stato ferito, così come lo è stata due giorni dopo un’altra persona. A seguito dei ripetuti episodi di violenza le autorità locali hanno dichiarato di valutare lo smantellamento della zona e riaprire la stazione di polizia.
La direttrice del Seattle Police Department, Carmen Best, ha accusato dimostranti e abitanti di “non essere collaborativi con le nostre richieste di aiuto” e ha descritto l’area come “non sicura, per nessuno”. Nel frattempo dalla politica arrivano le prime richieste di dimissioni nei confronti della sindaca Jenny Durkan, accusata di aver gestito male la situazione. Secondo i media locali, la zona Chop è pacifica e tranquilla di giorno, con volontari che distribuiscono cibo gratuitamente e gente che si rilassa nei parchi, dove è stato anche creato un giardino comunitario. Di notte, tuttavia, la tensione sale quando i dimostranti marciano e persone armate controllano le strade.
Quest’ultimo episodio arriva a poche ore dalla pubblicazione delle immagini di St. Louis che hanno fatto il giro del mondo e mostrano una coppia che esce di casa e affronta le proteste del movimento Black Lives Matter con in braccio un fucile d’assalto e una pistola.
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Politica
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Trump: ‘Telefonata con Zelensky molto buona’. Incontrerà Putin domenica in Arabia Saudita. Witkoff: ‘La tregua in un paio di settimane’
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I paletti di Bruxelles sul business del riarmo: la torta di 150 miliardi riservata a produttori Ue e ucraini
Roma, 19 mar (Adnkronos) - "Giorgia Meloni è fuggita di nuovo, non la vedevamo dal dicembre scorso e le volte che si è palesata in aula si contano sulle dita di una mano. Si è chiusa per mesi nel silenzio imbarazzato di chi non sa cosa dire o non vuole dire cosa pensa". Lo ha detto Elly Schlein alla Camera.
Roma, 19 mar (Adnkronos) - La Lega "ha sostanzialmente commissariato la presidente Meloni dicendo che non ha mandato per esprimersi al Consiglio Ue". Lo ha detto Elly Schlein alla Camera.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Nessun impegno, nessun nuovo modello e nessuna certezza su occupazione e investimenti. Oltre i modi garbati di Joh Elkann non c’è nulla di nuovo". Lo affermano Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra.
"Abbiamo chiesto - proseguono i due leader di Avs - a John Elkann di fare davvero il Presidente e il Ceo dell’azienda che dirige. Solo lui potrebbe e dovrebbe dare garanzie concrete su investimenti e occupazione in Italia. Dal 2014 ad oggi il settore ha perso 15mila lavoratori, con un danno sociale ed economico enorme per il paese. Vogliamo riportare le produzioni delocalizzate in Italia, come quella della grande Panda in Serbia, interrompendo il trasferimento degli stabilimenti all’estero. È inaccettabile che Stellantis continui a produrre modelli di grande diffusione lontano dal nostro Paese utilizzando l’immagine made in Italy solo per gli spot".
"Chiediamo un progetto industriale chiaro, che preveda investimenti definiti, nuovi modelli da realizzare in Italia e precise garanzie sul fronte produttivo e occupazionale. Tocca costatare che anche oggi non è arrivata nessuna risposta sulla Gigafactory di Termoli, sul reshoring delle produzioni trasferite all’estero, così come la fine della spinta alle delocalizzazioni, che impoveriscono il nostro tessuto industriale. L’audizione di oggi evidenzia anche - concludono Bonelli e Fratoianni - l’inadeguatezza del governo Meloni, più impegnato a fare la guerra alla transizione ecologica che a investire seriamente nelle infrastrutture necessarie, come le stazioni di ricarica e le Gigafactory. La destra non capisce che, se l’Europa non procederà con determinazione verso l’elettrico, sarà schiacciata dai colossi globali come l’americana Tesla e la cinese Byd. Serve una politica industriale lungimirante, non la difesa di modelli ormai superati".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Oplà! L’ennesima giravolta di Giorgia l’Influencer è servita". Lo scrive Matteo Renzi sui social postando una dichiarazione del 2016 della premier Giorgia Meloni. "Sull'Europa avevano le idee più chiare nel 1941 i firmatari del Manifesto di Ventotene, detenuti in carcere", disse Meloni parlando di Renzi, Hollande e Merkel.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Criticare un Manifesto è legittimo. Non rispettare la storia di ha dato la propria vita è un errore, ma questo non è accaduto". Lo ha detto in aula Maurizio Lupi di Noi Moderati nelle dichiarazioni di voto dopo le comunicazioni delle premier Giorgia Meloni. "Rispettare la storia non vuol dire non avere la libertà o la legittimità di criticare contenuti e idee diverse dalla propria storia, questo è il sale delle forza della democrazia".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - “La presidente del Consiglio che rinnega i valori della Costituzione sulla quale pure ha giurato: come si può? Come si possono insultare i padri non solo dell’Europa ma anche della nostra patria? Non è solo un’anti europeista che getta la maschera, e su questo avevamo pochi dubbi visto che la sua idea di Europa è più quella di Orban che la nostra ,il fatto più grave è che Meloni, con il suo discorso sul manifesto di Ventotene, insulta la storia e la memoria del nostro Paese". Così in una nota l’eurodeputata del Pd, Irene Tinagli.
"Mi voglio augurare che i vertici delle istituzioni, i presidenti di Camera e Senato in primis, vogliamo intervenire a tutela della democrazia, duramente contestata da chi dovrebbe governare l’Italia ed invece la oltraggia. La verità è fin troppo banale: all'Europa libera e unita, la Meloni preferisce l’autoritarismo di Orban e la sudditanza a Trump”.
Roma, 19 mar (Adnkronos) - "Abbiamo assistito all'ennesimo show della influencer Meloni, dopo un intervento scialbo, il grande colpo finale, l'attacco al Manifesto di Ventotene, preparato da giorni con giornalisti amici e le Tv, che serve per stare sui giornali per il Manifesto di Ventotene anzichè per le divisioni della maggioranza o la mancanza di una linea chiara di questo governo". Lo ha detto Maria Elena Boschi in aula alla Camera.
"Penso che abbia mandato di traverso il pranzo al presidente Mattarella, che ha anche ricordato che il Manifesto di Ventotene è un punto di riferimento nella costruzione europea", ha aggiunto la capogruppo di Iv a Montecitorio, che tra le altre cose ha sottolineato: "La Lega ha linea chiara, e l'ha detto: lei no ha mandato per andare al Consiglio Ue".