Airbus si prepara a una raffica di esuberi, fino a ridurre dell’11% la sua forza lavoro totale. Il produttore europeo di aerei ha annunciato che taglierà circa 15mila posti di lavoro in tutto il mondo in appena un anno, ovvero entro l’estate del 2021. L’obiettivo – si legge in un comunicato del gruppo – è di “ridimensionare l’attività nell’aviazione commerciale” di fronte alla crisi del coronavirus. Circa 5.100 posti saranno tagliati solo in Germania, altri 5mila in Francia. Saranno invece circa 1.700 gli esuberi in Gran Bretagna, 900 in Spagna e 1.300 negli altri siti del gruppo nel mondo.
Airbus spiega che la decisione è la conseguenza di un crollo di quasi il 40 per cento del settore dell’aviazione commerciale negli ultimi mesi per via della pandemia. Il gruppo non esclude a priori anche i semplici licenziamenti. Non è il primo annuncio di tagli sul personale nel settore dell’aviazione: già a fine maggio anche EasyJet ha annunciato di essere pronta a tagliare il 30% dei suoi dipendenti: circa 4500 posti di lavoro a rischio.
Il produttore europeo già prima dell’inizio della crisi dovuta al coronavirus scontava le difficoltà dovute ai dazi Usa sui velivoli Airbus: tariffe che l’amministrazione Trump a inizio marzo ha portato dal 10 al 15%, sulla base della sentenza Wto (Organizzazione mondiale per il commercio) contro i sussidi pubblici europei al gruppo. Gli Usa infatti sono stati autorizzati a prendere contromisure per 7,5 miliardi sulle merci Ue per pratiche commerciali scorrette nell’Unione europea e nel Regno Unito.