Assunzioni in cambio di voti alle prossime elezioni regionali e un sistema di frode per produrre polizze fideuissorie false, utilizzate negli iter amministrativi per ottenere il via libera ad attività economiche o a contributi pubblici. La Guardia di finanza, coordinata dalla procura di Bari, ha aperto un’inchiesta che coinvolge imprenditori, funzionari pubblici e un politico molto importante in Puglia. Si tratta di Alfonso Pisicchio, assessore regionale alla Pianificazione territoriale: il componente di spicco della Giunta Emiliano è indagato per il reato di corruzione. Nell’ambito della stessa inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Bari Alessio Coccioli con il sostituto Claudio Pinto, la Guardia di Finanza ha oggi eseguito 16 perquisizioni domiciliari e nelle sedi di aziende, oltre ad acquisizioni in uffici di enti pubblici. L’inchiesta riguarda anche presunte false polizze fideiussorie utilizzate da imprenditori per ottenere contributi a fondo perduto.

“Nelle scorse ore – conferma lo stesso Pisicchio in una nota – ho ricevuto dalla Guardia di Finanza la notifica di un avviso di garanzia e ho sin da subito fornito la mia totale disponibilità a collaborare con gli organi inquirenti. Sono assolutamente tranquillo e totalmente estraneo ai fatti oggetto di indagine, che non riguardano affatto la mia attività istituzionale“. Tra i fatti che sarebbero emersi nel corso dell’indagine c’è una vicenda che riguarda il fratello dell’assessore regionale: a sentire le accuse degli inquirenti, in cambio della promessa del sostegno elettorale in vista delle prossime elezioni regionali, il fratello del politico di centrosinistra si sarebbe adoperato, in più occasioni, al fine di favorire l’assunzione di alcune persone di sua conoscenza presso società baresi, aggiudicatarie di rilevanti appalti di servizi o beneficiarie di contributi pubblici.

In un altro filone d’inchiesta il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari ipotizza che un gruppo di imprenditori e funzionari pubblici sarebbero coinvolti, a vario titolo, in un sistema di frode ben collaudato finalizzato alla produzione di polizze fideiussorie false, utilizzate a corredo di istanze amministrative volte ad ottenere autorizzazioni regionali per l’esercizio di attività economiche oppure ingenti contributi pubblici. In particolare, si spiega in ambienti inquirenti, grazie alle polizze fideiussorie false, rilasciate da un cittadino di Monopoli, peraltro, in assenza delle necessarie verifiche patrimoniali e finanziarie, gli imprenditori hanno ottenuto anche un’accelerazione dell’iter burocratico senza correre il rischio di subire un controllo sulla loro validità. I finanzieri ritengono di aver accertato che, tra il 2018 e il 2020, gli imprenditori coinvolti hanno percepito illecitamente contributi regionali a fondo perduto, a valere sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, per oltre 50 milioni di euro.

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