Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha inviato una lettera ai leader del centrodestra per invitarli ufficialmente a Palazzo Chigi e aprire un confronto sul piano di rilancio. La notizia è stata confermata dagli stessi interessati ed è arrivata dopo mesi di forti tensioni tra le opposizioni e il governo, nonostante gli appelli del Quirinale perché i partiti lavorassero “in sintonia per il bene del Paese”. Il faccia a faccia avrebbe dovuto esserci durante gli Stati generali, ma il centrodestra non ha accettato l’invito protestando per quella che hanno definito “una passerella”, avvenuta non in Parlamento. Il premier ha deciso allora di convocarli a Palazzo Chigi, per cercare di trovare un terreno d’intesa.
“Oggi mi è arrivata una lettera”, ha dichiarato la leader Fdi Giorgia Meloni al Tg4, “con la quale Giuseppe Conte mi rinvita a incontrarlo. Aspettiamo un appuntamento da circa due settimane, ma mi manda la lettera per dirmi che mi vorrebbe incontrare… Io ho ribadito che siamo disponibili ma visto che ci dobbiamo vedere gli ho chiesto cortesemente di mandarci i documenti che hanno elaborato dopo 10 giorni di Stati generali. Così non parliamo del sesso degli angeli ma di cose concrete”. Poco dopo è arrivata anche l’apertura da parte del presidente Fi Silvio Berlusconi. “Forza Italia -informa una nota – è naturalmente, come sin dall’inizio della crisi, disponibile al confronto: parteciperà all’incontro insieme a Lega e Fdi e consegnerà al governo un corposo dossier di proposte ideate per far ripartire il Paese e per utilizzare al meglio le ingenti risorse europee messe a disposizione dell’Italia”. Per il momento nessun commento ufficiale dal fronte del Carroccio, anche se fonti interne della Lega hanno fatto sapere che il segretario ha ricevuto l’invito. Resta da capire se i tre leader decideranno di partecipare insieme e se i tre sceglieranno compatti la stessa strategia o se, come già visto in questi mesi, si spaccheranno tra chi resta sulla linea dell’opposizione (Fdi e Lega) e chi invece sembra essere disponibile al dialogo per le riforme.