Diritti

Coronavirus, Caritas: “Durante il lockdown assistiti 34% di nuovi poveri. Aumentate le violenze e i maltrattamenti in famiglia”

Lo si legge nell'ultimo rapporto dell'organizzazione della Cei che ha analizzato i dati raccolti da 169 presidi locali, il 77,5% del totale. Ne emerge un quadro di difficoltà sia economica che psicologica, tra lavoratori, precari e non, in cerca di nuova occupazione e un aumento di casi di depressione

Nei mesi del lockdown, da marzo a maggio, si è registrato un incremento del 34% di “nuovi poveri” e un aumento di violenze e maltrattamenti in famiglia. È questo il ritratto dell’Italia uscita dall’isolamento fornito dalla Caritas che, nel suo ultimo rapporto stilato con i dati raccolti da 169 presidi locali, pari al 77,5% del totale, fornisce i numeri della crisi in base agli interventi effettuati e all’aiuto offerto alle persone in difficoltà. “Rispetto alla situazione ordinaria – spiegano in una nota -, nell’attuale fase il 95,9% delle Caritas partecipanti al monitoraggio segnala un aumento dei problemi legati alla perdita del lavoro e delle fonti di reddito, mentre difficoltà nel pagamento di affitto o mutuo, disagio psicologico-relazionale, difficoltà scolastiche, solitudine, depressione, rinuncia o rinvio di cure e assistenza sanitaria sono problemi evidenziati da oltre la metà delle Caritas”.

Assistite quasi 450mila persone: il 34% sono “nuovi poveri”
Nei mesi della pandemia, l’organismo della Cei ha assistito quasi 450mila persone, di cui il 61,6% italiane. Il 34% di queste vengono definite “nuovi poveri”, ossia persone che prima di allora non erano mai ricorse al sostegno dell’organizzazione caritatevole. Circa 92mila famiglie in difficoltà, inoltre, hanno avuto accesso ai fondi diocesani, oltre 3mila famiglie hanno usufruito di attività di supporto per la didattica a distanza e lo smart working, mentre 537 piccole imprese hanno ricevuto un sostegno.

“Nel dettaglio – continuano -, rispetto alle condizioni occupazionali si sono rivolti ai centri Caritas per lo più disoccupati in cerca di nuova occupazione, persone con impiego irregolare fermo a causa della pandemia, lavoratori precari o saltuari che non godono di ammortizzatori sociali, lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione ordinaria o in deroga, lavoratori autonomi e stagionali in attesa del bonus da 600 e 800 euro, pensionati, inoccupati in cerca di prima occupazione, persone con impiego irregolare, casalinghe“.

Aumentata l’usura. Crescono violenze domestiche e gioco d’azzardo
Non solo la disoccupazione, la Caritas lancia l’allarme anche sull’usura. Preoccupano anche i dati legati all’aumento delle violenze domestiche e alla corsa al gioco d’azzardo e alle scommesse. Altre questioni evidenziate sono i problemi burocratico-amministrativi, le difficoltà delle persone in situazione di disabilità, la mancanza di alloggio in particolare per i senza dimora, la difficoltà di visitare o mantenere un contatto con parenti e congiunti in carcere. “Fondamentale accanto all’impegno degli operatori è stato l’apporto di migliaia di volontari – si legge -, tra cui molti giovani che nella fase acuta della pandemia hanno garantito la prosecuzione dei servizi sostituendo molti over 65 che in via precauzionale rimanevano a casa. Tra operatori e volontari sono stati 179 quelli positivi al Covid-19, di cui 95 ricoverati e 20 purtroppo deceduti. Piccoli segnali positivi arrivano dal 28,4% delle Caritas che, dopo il forte incremento dello scorso monitoraggio, con la fine del lockdown hanno registrato un calo delle domande di aiuto”.