La singolare iniziativa è stata promossa come "gesto simbolico" dal Deta, il Dipartimento europeo di tutela degli androide, con l'obiettivo di "sensibilizzare sul tema del rapporto tra l'uomo e l'androide. Circa 200 le firme raggiunte fino a oggi. Per cambiare la toponomastica, la proposta dovrebbe prima arrivare in consiglio comunale, e poi essere approvata
Accanto al nome di Benedetto Cairoli, o a quello di Mazzini, nella toponomastica di Narni, in Umbria, potrebbe essere inserito anche quello di Jeeg Robot d’acciaio, l’androide ideato da Go Nagai autore dell’omonimo fumetto, primo automa ad appassionare i bambini italini nell’aprile del 1979. A chiederlo una singolare petizione lanciata tramite la piattaforma change.org dal Deta, il Dipartimento europeo di tutela degli androide, creato dall’ex re delle bufale, Ermes Maiolica, alias Leonardo Piastrella, promotore anche dell’iniziativa. Se la proposta dovesse arrivare in consiglio comunale e poi essere approvata, sarebbe la prima strada in Italia, e in Europa, ad essere intitolata a un robot. Lanciata lunedì scorso, al momento i firmatari sono circa 20o.
Il fine spiegano al fattoquotidiano.it dal Deta, è nobile. “Le operazioni di sensibilizzazione sul tema del rapporto tra l’uomo e l’androide possono passare anche da gesti simbolici come questo – dice l’ufficio stampa del dipartimento Matteo Paloni – E Jeeg rappresenta una figura di rapporto tra l’uomo e la macchina, simbolo di una cultura estremamente pop, e forse proprio primo esempio di rapporto con l’androide”. Ma non solo, la volontà è anche quella di rendere Narni attrattiva al livello mondiale. “Il suo ideatore – spiegano – è un maestro del manga. Per questo Jeeg rappresenta anche una figura di spicco nell’ambito mondiale”. Lo stesso dipartimento, si legge nella didascalia di accompagnamento alla petizione, “opera per un futuro di inclusione e fratellanza tra le comunità robot e organiche”. Abbattere queste barriere, spiegano, non è semplice, anzi, “è un processo lungo e complesso che passa per una moltitudine di aspetti, uno di questi è l’ambiente urbano e la toponomastica”. Quindi, si legge ancora, quale figura se non quella di Jeeg Robot d’acciaio, “campione della lotta per la difesa della razza umana”. Intitolargli una via “eleverebbe a simbolo e, se vogliamo, a figura protrettrice di una via, di una strada, di una città, una personalità in cui tanto umani quanto non-umani potrebbero rispecchiarsi e confrontarsi”.
La scelta della città non è casuale. Narni, spiega ancora Paloni, ha delle associazioni e dei festival con i quali il Deta, che ha sede nella vicina Terni, “ha creato convergenze”. A supportare l’appello, infatti, anche altre imprese, associazioni e personaggi dello spettacolo. Tra questi, dicono, “il comitato organizzativo del festival Narni Comics&Games, l’HackLab Terni, l’attore David Zed ed il famoso gruppo musicale The Rockets”. Anche il momento di lancio della petizione è significativo. “La robotica – continua Paloni – sarà uno dei grandi temi degli anni a venire. I robot hanno dimostrato anche con il Covid che sono sempre più utilizzati nel quotidiano”.
Se l’intitolazione della via non è ancora certa, né tanto meno l’arrivo della proposta in consiglio comunale, quello che è sicuro è che nel frattempo l’assessore alla cultura della città umbra ha deciso di incontrare i rappresentanti dell’associazione, come riporta La Repubblica. “Ho ricevuto il rappresentante del Deta perché è mio dovere conoscere le realtà culturali della città – spiega Lorenzo Lucarelli al quotidiano romano – La proposta è una ulteriore testimonianza della vitalità della città: abbiamo un importante festival dedicato al fumetto, Narni comics and games, e dal 1995 la manifestazione “Le vie del cinema”, rassegna del film restaurato. Visto che in seguito al festival cinematografico già 21 strade sono state intitolate a personaggi del cinema italiano, pensare ora ai fumetti non sarebbe male. Però la decisione spetta al Consiglio comunale. Si valuterà anche in base a quante firme raccoglierà la petizione”. I membri del Deta, però, sono fiduciosi. “Crediamo sia un’opera che possa portare benefici sia al tessuto sociale che alla causa – conclude Paloni parlando al Fatto.it – In una sola parola puntiamo alla propagazione della roboetica”.