“Ai lottatori, ai pazzi”. A loro Daniele Mencarelli dedica Tutto chiede salvezza (Mondadori), una delle (due) autentiche sorprese di questa finale dello Strega 2020. Siamo a Roma nel 1994, durante una delle estati Mondiali. Il ventenne Daniele dopo una violenta esplosione di rabbia in famiglia viene sottoposto ad una settimana di TSO. Nessun preambolo, nessun indugio, il protagonista viene precipitato nella stanza dove è ricoverato assieme ad altri quattro “ospiti”. Immersione spaziale e temporale concentrata in una settimana, giorno/capitolo dopo giorno/capitolo, la fredda distaccata infastidita presenza degli psichiatri, l’umanità mai gratuita o buonista dei “pazienti”. Ma è solo grazie a loro che Daniele potrà salvarsi. Un amalgama formale fluida e pastosa, screziata dal dialetto e dall’inflessione romana a richiamare una ruvida sicura compostezza di sofferta esperienza e maturità letteraria alle spalle come un Pasolini del nuovo secolo, Mencarelli concepisce un romanzo da cui non stacchi gli occhi per un istante. Non sarà un outsider qualunque per la giura dello Strega 2020. Probabilità di vittoria: 15%.
Tre domande a Daniele Mencarelli.
Che significato ha Tutto chiede salvezza per lei?
“Il più importante è quello di offrire una parte considerevole della mia educazione sentimentale. In questo romanzo si racconta di un ragazzo che grazie a un merito non suo, ma all’offerta dei suoi compagni di viaggio riuscirà finalmente a fare quello che per me è il primo elemento fondamentale per la nostra sopravvivenza: dialogare su quello che siamo veramente, sulla propria natura, non dover recitare. E lui lo scoprirà appunto grazie agli altri pazienti”.
Perché scrive?
“Perché continuo a sentire la vita come un fatto scandaloso, gigantesco. E scrivi per condividere questo scandalo. In fondo la letteratura è questa: qualcuno che, partendo da un dato biografico, piuttosto che un’astrazione, un’invenzione, introduce un elemento in chi leggerà. A me piace pensarmi come un elemento di relazione tra ciò che sta prima, la grandezza delle cose, e ciò che sta dopo, si spera, che è il lettore”.
Chi vincerà lo Strega 2020?
“Credo lo vinca Sandro Veronesi”.
Daniele Mencarelli è nato a Roma, ha 46 anni, è al suo secondo romanzo per Mondadori dopo vent’anni di libri di poesia, ed è alla sua prima candidatura nella sestina finale del premio Strega.