Per soddisfare le loro voglie sessuali sono finiti in una rete di estortori, che li hanno minacciati riuscendo a farsi pagare migliaia di euro per non rivelare i loro incontri. I protagonisti sono un parroco e un sacerdote lombardi, uno della zona di Bergamo e l’altro brianzolo, e nella storia, finita in tribunale, sono coinvolte una decina di persone – alcune delle quali vennero arrestate con l’accusa di estorsione nel giugno dello scorso anno – ora a processo davanti a un giudice di Monza, dove il procedimento è in corso con rito abbreviato. Il pubblico ministero Marco Santini ha richiesto la condanna per tutti i soggetti coinvolti a vario titolo: per tre di loro sono state avanzate richieste che vanno dai 2 anni di reclusione a 5 anni, mentre gli altri hanno chiesto il patteggiamento della pena. La sentenza è attesa per il 21 luglio.

Le indagini sono partite dalla denuncia di un parroco della Bergamasca che a maggio del 2019 ha raccontato ai carabinieri di essere ricattato da tempo. Il prete, secondo la ricostruzione, si era rivolto a un sito per incontri erotici. Attraverso il proprio numero cellulare era riuscito a organizzare un incontro con una persona che aveva creduto essere una donna. Si erano ritrovati a Bernareggio, in Brianza, nella zona del cimitero. In realtà all’interno della macchina si trovava un ragazzo. Circostanza che però non aveva bloccato il sacerdote. Avevano pattuito la somma di 20 euro per un approccio sessuale preliminare.

Dopo qualche minuto il parroco, stando al suo racconto, aveva deciso di interrompere l’approccio erotico abbandonando la zona. A quel punto erano entrate in scena almeno altre tre persone: mentre il prete si stava allontanando, ha raccontato di essere stato raggiunto telefonicamente dai ragazzi che lo avrebbero minacciato di diffondere la notizia alla stampa, a programmi televisivi popolari e scandalistici, affiggendo anche manifesti nel suo comune di residenza. Sapevano che era un prete e conoscevano anche la parrocchia di appartenenza. Così lo avrebbero convinto a incontrarsi nel parcheggio di un centro commerciale tra Milano e Bergamo, insistendo di persona con le minacce già anticipate al telefono. Il prete, terrorizzato dall’idea che la comunità venisse a conoscenza di quella storiaccia, sostiene di aver comprato il silenzio del gruppo pagando circa 6mila euro. Nelle settimane successive, di fronte a nuove richieste estorsive, ha poi deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine.

Alcuni dei personaggi coinvolti in questa vicenda – secondo quanto accertato in fase d’indagine – hanno avuto un ruolo anche in un’altra storia estorsiva con un secondo prete, parte offesa. I fatti sarebbero avvenuti in Brianza tra marzo e l’estate dello stesso anno. Il prete aveva stretto un legame con un paio di suoi studenti di religione. Entrambi, secondo la ricostruzione, avrebbero filmato il sacerdote mentre era chino sui loro piedi. Quel video sarebbe poi stato visto anche da altre persone che facevano parte della cerchia degli amici e dei conoscenti dei ragazzi, diventando oggetto di ricatto e minacce. Il prete avrebbe quindi pagato diverse migliaia di euro, spaventato dall’idea che il video potesse circolare in Rete. Tra venti giorni le repliche della difesa e la sentenza del giudice.

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