Circa 84 milioni di pasticche per un valore commerciale di oltre un miliardo di euro. E' quello che la Guardia di Finanza di Napoli ha ritrovato in tre container arrivati allo scalo campano e che ha poi definito "il più grande sequestro di amfetamine a livello mondiale". L'ipotesi è che ad essere coinvolto sia un "consorzio" di gruppi criminali italiani
Captagon, uno psicostimolante a base di amfetamina talmente potente da essere usato da guerriglieri e terroristi sul campo di battaglia per sconfiggere la paura, tanto da guadagnarsi anche il nomignolo di “droga dell’Isis”. È questo che la Guardia di Finanza di Napoli è riuscita a ritrovare in tre container arrivati al porto di Salerno, all’interno di cilindri di carta per uso industriale e macchinari costruiti in maniera tale da impedire agli scanner di individuare il contenuto: 14 tonnellate, l’equivalente di 84 milioni di pasticche, per un valore commerciale di oltre un miliardo di euro. Un maxi sequestro, “il più grande a livello mondiale”, di stupefacenti in arrivo direttamente dalla Siria, dove i gruppi jihadisti che operano in alcune aree del Paese dal 2011 hanno avviato la produzione di questa droga in laboratori clandestini, sia per utilizzarla sui propri uomini che per esportarla in Europa e nel mondo e finanziare il jihad.
Nella nota diffusa dalle Fiamme Gialle si puntualizza che il captagon, questo il nome commerciale del prodotto, viene smerciato in tutto il Medio Oriente ed è diffuso sia tra i combattenti per inibire paura e dolore che tra i civili perché non fa sentire la fatica. Prodotta inizialmente soprattutto in Libano e diffusa in Arabia Saudita negli anni ’90, questa sostanza stupefacente ha ritrovato notorietà con l’avvento dello Stato Islamico: sono proprio pasticche di captagon, ad esempio, ad essere state ingerite dai terroristi che il 13 novembre 2015 hanno sferrato l’attacco al Bataclan, dove vennero uccise 130 persone, oltre ai 7 attentatori.
Numerose istituzioni e agenzie internazionali, tra cui anche la Drug Enforcement Administration americana (Dea), hanno accertato negli anni che i miliziani in nero ne fanno largo uso in tutti i territori su cui esercitano l’influenza e ne controllano così lo spaccio. Due settimane fa, sempre nel porto di Salerno, gli specialisti del Gico di Napoli avevano intercettato un container con un carico contenente 2.800 kg di hashish e 190 kg di amfetamine con lo stesso identico simbolo: captagon.
Ciò che gli investigatori stanno cercando di capire è con quali contatti e appoggi i criminali mediorientali sono riusciti a entrare nel mercato europeo passando dalla Campania. La grande quantità sequestrata fa ipotizzare che i responsabili potrebbero operare per conto di un “cartello” di clan di camorra capace di commercializzare le sostanze in ambito internazionale.
Secondo gli investigatori delle Fiamme Gialle e gli inquirenti della Procura di Napoli, che hanno coordinato l’operazione con la collaborazione della Sezione Antifrode della Agenzia delle Dogane di Salerno, è verosimile che sia coinvolto un “consorzio” di gruppi criminali, sia per il valore totale delle spedizioni, sia per la distribuzione sui mercati di riferimento, visto che 84 milioni di pasticche possono soddisfare un mercato di ampiezza europea. Non si esclude che dopo lo stop imposto dal lockdown molti trafficanti, anche in consorzio, possano essersi rivolti alla Siria, la cui produzione invece non pare aver subito rallentamenti.