Il Comune di Verona aderisce alla raccolta di firme per un referendum popolare che chiede l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea. Poi si accorge della frittata politica che ha combinato e ritira dal portale l’adesione all’iniziativa promossa dal Comitato promotore ‘Libera l’Europa-UEXIT’, di cui rimane traccia solo come nota informativa per la raccolta delle firme, come messa a disposizione dell’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico. Ad accorgersi per primi sono stati tre rappresentanti del Pd – Federico Benini, Elisa La Paglia e e Stefano Vallani – che hanno diffuso un comunicato dichiarandosi “allibiti ed esterrefatti”.

“A capo del movimento c’è il solito Vittorio Sgarbi”, spiegano i consiglieri dem. “Finché si parla di dare la disponibilità ad una richiesta di democrazia, per quanto balzana, presentata nei termini previsti dalla nostra Costituzione, è un conto. Ma che il Comune di Verona, città da sempre aperta aperta all’Europa e al mondo, fornisca un’adesione politica ad una iniziativa simile, è inaccettabile”. E citano altri comuni italiani che si sono limitati a fornire la possibilità di certificazione delle firme. Poi, riferendosi al sindaco Federico Sboarina, aggiungono: “Dovrà spiegare ai veronesi che le decine di milioni di euro che arriveranno a fondo perduto ai veronesi dall’Europa tramite il Recovey Fund, lui non li vuole”.

Visto il polverone mediatico, il segretario generale Cristina Pratizzoli e il vicesegretario Giuseppe Baratta hanno diffuso una nota di precisazione: “Da parte del Comune di Verona non c’è alcuna adesione ideale, né tantomeno politica alle iniziative referendarie e di legge proposte da vari soggetti. Il ruolo svolto dalle istituzioni, e quindi anche dal Comune, assolve al dovere legale oltre che civico di consentire la raccolta delle firme dei cittadini. Si tratta di un compito obbligatorio e che non ha alcuna discrezionalità”.

Tuttavia ammettono che qualcosa non ha funzionato nella pubblicizzazione della raccolta di firme. “La dicitura utilizzata nell’avviso della pubblicazione online è peraltro la stessa identica usata da anni, che non era mai stata cambiata. Gli uffici lo hanno fatto oggi, solo per evitare ulteriori inutili equivoci”. La ritirata non ha evitato un ulteriore attacco da parte del movimento +Europa Veneto: “Verona dichiara guerra a Bruxelles con un gesto degno della più bieca propaganda sovranista. Dopo che le testate giornalistiche hanno rilanciato l’incredibile iniziativa, il sindaco Sboarina ne ha fatto cancellare l’annuncio dal sito istituzionale, in fretta e furia. Ma ormai il pasticcio è fatto”.

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