Liberi tutti: nello sport italiano ognuno vota quando vuole. Il Coni ha deciso di lasciare alle Federazioni la scelta sulle elezioni, che si tengono ogni quattro anni dopo le Olimpiadi ma sono rimaste in sospeso per l’emergenza coronavirus. Il rinvio di un anno dei Giochi di Tokyo ha creato un vuoto normativo in cui si stavano già infilando i presidenti federali, sempre gli stessi, aggrappati alla poltrona a volte da decenni. Nel dubbio se votare prima di Tokyo 2021, rispettando la scadenza del quadriennio, o dopo, continuando a seguire il ciclo olimpico, Malagò ha trovato la soluzione che non scontenta nessuno (e conviene a tutti): ci sarà un’unica, grande finestra elettorale, che partirà a settembre 2020 e finirà a ottobre 2021.

Questa “norma transitoria” permette alle Federazioni di votare prima o dopo Tokyo 2021, a propria scelta, in modo che l’elezione del n.1 del Comitato olimpico (cioè il Malagò ter) avvenga entro il 31 dicembre 2021. Così i presidenti federali andranno alle urne quando più gli fa comodo: chi si sente forte punterà a votare nel 2020, chi lo è meno ne approfitterà per allungare il più possibile il suo mandato. Il nuoto di Paolo Barelli, ad esempio, ha già cerchiato in rosso il prossimo 5 settembre, l’atletica dovrebbe fissare una data subito dopo i Giochi. La Federazione più attesa, il calcio, rischia invece di diventare un caso: la finestra allargata è per tutti, in teoria anche per la Figc, ma lo spirito della delibera è chiaramente rivolto alla preparazione dei Giochi a cui il pallone non si è qualificato, quindi dovrebbe votare subito. Che farà il n. 1 Gabriele Gravina, la cui rielezione è tutt’altro che scontata? Non vale solo per il pallone: non è ben chiaro perché bocce, motociclismo o altre discipline non olimpiche dovrebbero beneficiare di una proroga per le Olimpiadi.

Tra votazioni sfasate e manovre elettorali, l’ultima parola spetta comunque al governo. Nella riforma dello sport che il ministro Spadafora varerà entro agosto c’è anche la revisione del limite dei mandati, attualmente fissato a tre, con un mandato “extra” regalato dall’ex ministro Lotti ai decani dello sport. Domani potrebbe essere eliminato il mandato di bonus, oppure un’interpretazione più restrittiva, secondo una sentenza della Cassazione svelata dal Fatto Quotidiano, potrebbe mettere in discussione persino la rielezione di Malagò. Quando si andrà al voto, chissà quali saranno le regole. L’unica certezza è che lo sport italiano si prepara ad una lunga, infinita campagna elettorale, in cui come al solito succederà di tutto.

Twitter: @lVendemiale

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