Solo a maggio sono stati persi 84mila posti di lavoro, 613mila rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono i numeri della crisi dovuta alla pandemia di coronavirus sull’occupazione italiana forniti da Istat nel suo ultimo report provvisorio. Così, il tasso di disoccupazione risale al 7,8% (+1,2%), con un picco tra i giovani che arriva al 23,5% (+2%).
Nel mese di maggio “continua a ritmo meno sostenuto” rispetto ad aprile, mese di pieno lockdown, la diminuzione dell’occupazione, che su base mensile segna un -0,4% pari appunto a -84mila unità, si legge nel report dell’Istituto di statistica. A essere maggiormente colpite dal calo dei posti di lavoro sono soprattutto le donne che fanno segnare un -0,7% di occupate rispetto al -0,1% degli uomini, che in valore assoluto si traduce, rispettivamente, in un -65mila e -19mila occupati.
Il calo congiunturale dell’occupazione determina, continuano, “una flessione rilevante” rispetto al mese di maggio 2019, registrando un -2,6%, pari a -613mila unità, che coinvolge sia le donne (-270mila) che gli uomini (-343mila). Ma la discesa più ripida si registra da febbraio 2020, con l’inizio della pandemia: da quel momento “il livello di occupazione è diminuito di oltre mezzo milione di unità e le persone in cerca di lavoro di quasi 400mila, a fronte di un aumento degli inattivi di quasi 900mila unità”. Gli ultimi dati mensili, però, “descrivono un’evoluzione diversa rispetto a quella dei mesi precedenti. Rispetto a marzo e aprile la diminuzione dell’occupazione è più contenuta, il numero di disoccupati sale sensibilmente a seguito del contenimento delle restrizioni previsto dal Dpcm del 26 aprile e si osserva un recupero consistente di ore lavorate”.
Le riaperture post-lockdown hanno fatto aumentare il numero di persone in cerca di lavoro, dopo un sostanziale immobilismo del mercato dovuto all’isolamento forzato e al blocco di interi comparti economici. L’aumento registrato a maggio è del 18,9%, pari a +307mila unità, che si rileva maggiormente tra le donne (+31,3%, pari a +227mila unità) rispetto agli uomini (+8,8%, pari a +80mila).
Anche in conseguenza di tutti questi dati, si registra un “marcato” calo dell’inattività. Il numero di inattivi, ovvero di persone che non sono occupate e non cercano un lavoro, risulta in diminuzione dell’1,6%, pari a -229mila unità: in particolare, -1,7% tra le donne (pari a -158mila unità) e -1,3% tra gli uomini (pari a -71mila). Il tasso di inattività si attesta così al 37,3% (-0,6 punti).
La lenta ripartenza ha portato anche un maggior numero di ore lavorate rispetto ai mesi precedenti. Dopo due mesi di “decisa diminuzione”, si legge, a maggio torna ad aumentare il numero di ore per persona: calcolato sul complesso degli occupati, è pari a 29,6, valore di 5,6 ore inferiore a quello registrato a maggio 2019. Il calo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, tuttavia, è “decisamente più contenuto” di quello registrato a marzo e aprile 2020, quando il numero di ore pro capite risultava pari rispettivamente a 25,5 e 22 ore (-10,5 e -11,6 ore rispetto allo stesso mese del 2019).