Cronaca

Ocean Viking, ferma in mare con 180 migranti: sale la tensione a bordo. Ong: “Chiesto porto sicuro a Malta e Italia, solo risposte negative”

L'imbarcazione della Sos Méditerranée ha effettuato il primo salvataggio giovedì scorso, l'ultimo nella notte tra martedì e mercoledì. Tra le persone a bordo ci sono 2 donne, di cui una incinta, e 25 minori di cui 17 non accompagnati. L'Ong su Twitter: "In molti minacciano di gettarsi in mare"

180 migranti e nessun porto in cui attraccare. Sale la tensione a bordo della Ocean Viking, la nave della Ong Sos Méditerranée, che da domenica è ferma in acque internazionali tra Malta e Italia. Due passeggeri, scrive l’organizzazione su Twitter, si sono “gettati in mare” e sono stati “subito soccorsi”. In molti fin da questa mattina minacciavano di buttarsi in mare. “Abbiamo mandato cinque richieste – denuncia Frédéric Penard, direttore delle operazioni di Sos Mediterranee – alle autorità marittime italiane e maltesi per un porto di sbarco e abbiamo ricevuto solo due risposte negative finora”. Tutti i migranti, dicono i soccorritori, hanno bisogno di assistenza immediata.

Le persone sono state recuperate in quattro diverse operazioni. La prima il 25 giugno scorso, ha portato al salvataggio di 51 migranti, tra cui una donna incinta, l’ultima nella notte tra martedì e mercoledì quando l’Ong ha recuperato 16 persone che si trovavano su “una barca in vetroresina in pericolo a 40 miglia a sud di Lampedusa”. “Alcuni dei sopravvissuti sono in condizioni precarie in mare da 8 giorni. La situazione è insopportabile”, spiega la ong francese.

Tra i 180 della Ocean Viking – di 13 nazionalità diverse – ci sono 2 donne, di cui una incinta, e 25 minori, 17 dei quali non accompagnati. Molti, fanno sapere dalla nave, “hanno bruciature da sole e carburante”. Proprio a causa delle precarie condizioni di salute, tre giorni fa la Guardia costiera italiana ha evacuato uno dei migranti. “Che fine ha fatto l’Accordo di Malta per il ricollocamento dei migranti salvati?” – chiede ancora Penard – il sostegno degli stati Ue ha fatto la differenza in passato. Non deve fermarsi ora”.

Intanto la situazione è stata commentata anche dalla Commissione europea. “Dipende dagli Stati membri e per questo li incoraggiamo a cooperare strettamente per trovare soluzioni nel Mediterraneo”, ha detto un portavoce rispondendo ad un giornalista che chiedeva commenti sulla vicenda. “Continuiamo a restare in stretto contatto con gli Stati membri”, ha aggiunto.