L’associazione Pro-choice, rete italiana contraccezione e aborto, è scesa in piazza, davanti al ministero della Salute a Roma, per chiedere l’interruzione di gravidanza farmacologica in day hospital e la contraccezione sicura e gratuita. ”Abbiamo raccolto più di 80mila firme per chiedere di applicare l’articolo 2 della legge 194, quello sulla contraccezione gratuita – dichiara Marina Toschi, ginecologa della Rete umbra per l’Autodeterminazione e della Rete Pro-choice – in Italia tutto è a pagamento, la spirale ad esempio è arrivata a costare fino a 300 euro.” Dopo la manifestazione del 21 giugno a Perugia, quindi, le donne fanno sentire di nuovo la loro voce, per rivendicare il diritto alla scelta. ”L’occasione è stata la decisione della Regione Umbria di dare la pillola abortiva, la RU 486, solo con ricovero di tre giorni – afferma Elisabetta Canitano, ginecologa e presidente dell’associazione Vita di Donna della Casa Internazionale delle donne della capitale – l’Italia è l’unico Paese europeo dove non è possibile accedere liberamente alle scelte riproduttive.” Durante il presidio le firme raccolte sono state consegnate al ministero della Salute