La presidente Casellati: "La memoria delle vittime e il dolore dei familiari hanno diritto alla piena chiarezza su fatti che hanno segnato tragicamente la storia di tutto il Paese". Proteste da Carroccio e Fratelli d'Italia per il no ad allargare l'azione anche a provvedimenti fino all'ultima legislatura. Anche M5s ha votato contro: "Altri documenti saranno presto disponibili, non appena sarà stato possibile ordinarli e digitalizzarli"
La presidenza del Senato ha deciso all’unanimità la desecretazione degli atti classificati fino al 2001, compresi quindi quelli che riguardano la strage di Ustica. E’ stato invece bocciato l’emendamento di Lega e Fratelli d’Italia che avrebbe voluto estendere l’intervento anche agli atti dal 2001 al 2018.
“Oggi è il giorno della verità storica e della trasparenza“, ha dichiarato poco dopo la presidente di Palazzo Madama Elisabetta Casellati. “L’impegno è che lo stesso criterio sarà esteso nei prossimi lavori fino ai nostri giorni, affinché non rimangano più ombre e opacità. Sono molto soddisfatta. La memoria delle vittime e il dolore dei familiari hanno diritto alla piena chiarezza su fatti che hanno segnato tragicamente la storia di tutto il Paese”. La vice presidente dem Anna Rossomando ha ricordato come l’impegno fosse stato ribadito “la scorsa settimana, alla vigilia del quarantesimo anniversario della strage di Ustica”. “La speranza è che questi documenti, finalmente accessibili, possano dare un contributo alla verità su tante pagine della storia del nostro paese ancora oscure, a partire proprio da Ustica”.
Se il via libera è arrivato all’unanimità, nonostante le tensioni tra maggioranza e opposizione dei giorni scorsi, a essere stato bocciato è l’emendamento a firma Tiziana Nisini della Lega che avrebbe consentito la desecretazione anche degli atti dal 2001 al 2018: “Hanno votato tutti contro”, ha dichiarato il vicepresidente leghista di Palazzo Madama Roberto Calderoli, “alla faccia della sbandierata trasparenza. Persino i 5 stelle, stamattina c’erano tra gli altri Taverna e Bottici, hanno detto no a un’operazione che avrebbe fatto luce sugli atti dell’affare Mitrokhin e dell’uranio impoverito. Lo vadano a raccontare alle famiglie delle vittime e ai loro elettori. Che vergogna. Un emendamento di buonsenso e di trasparenza che ha creato tensioni nella maggioranza probabilmente dettata dalla paura di desecretare alcuni documenti”.
Nel merito poco dopo sono intervenuti anche i 5 stelle a Palazzo Madama. “Quei documenti riguardano tutti tranne il Movimento 5 stelle“, hanno scritto in una nota. “Tanti altri atti successivi al 2001 saranno presto disponibili, non appena sarà stato possibile ordinarli e digitalizzarli. E’ un lavoro ancora da completare e per il quale servono risorse apposite. Perché gli atti siano veramente a disposizione di tutti è necessario che siano facilmente accessibili, altrimenti la desecretazione è solo teorica”.