Il suo nome è Mohamed, ma tutti lo chiamano Midou, tutti a parte il Vice Prefetto, ed è un giovane marocchino di 24 anni entrato irregolarmente in Italia con la speranza di una vita migliore. Midou è un ragazzo fortunato, è stato preso sotto l’ala protettrice di un signore che si chiama Bruno Zanin. Avete presente il Titta di Amarcord? Ecco, Bruno Zanin è Titta, è quel ragazzo che si tuffava tra le tette immense della tabaccaia felliniana, in una delle scene più emblematiche e famose del cinema di Fellini, quindi del cinema mondiale. A Bruno non farà piacere, ma per noi cinefili resterà sempre e per sempre il Titta di Amarcord, anche se dopo ha fatto teatro con Ronconi e con Strehler, e non ha certo avuto una carriera banale, ma Fellini è Fellini.

Una carriera inquieta come inquieto è Bruno, un uomo in fuga non da se stesso ma verso se stesso, perché ho questa sensazione da quando lo conosco: Bruno cerca il proprio volto, e lo trova tra i diseredati della terra. A uno come Bruno non si addice il tappeto rosso dei festival, lui preferisce camminare tra le macerie e la polvere, preferisce seguire i sentieri assolati della sua anima da viandante. Un viandante che torna ad essere eremita quando si rifugia nella sua casa di Vanzone con San Carlo (VB), e coltiva il suo orto, taglia la sua legna, parla con i suoi animali, ascolta la voce dei ruscelli e intinge il pennino nell’inchiostro celeste dei suoi occhi, per raccontare quello che ha visto e vissuto. “La vita non sbaglia mai, ognuno ha la faccia che si merita”, così diceva Fellini.

Il volto di Bruno è ora il volto di Midou, il volto di un ragazzo pulito, onesto, irregolare per necessità. Bruno sta tentando di aiutarlo, di regolarizzarlo, approfittando anche della sanatoria in corso, e ha già trovato un lavoro e una casa a Midou, solo che nella stazione de carabinieri di Bannio Anzino si è creato un vortice burocratico spietato che ha messo lo stesso Bruno nei guai, una multa per omessa comunicazione di avere ospitato un cittadino straniero, e lo stesso Midou che voleva solo denunciare lo smarrimento del passaporto ora rischia l’espulsione, anche se l’articolo 11 della sanatoria non prevede alcuna espulsione, creando così una specie di paradosso della burocrazia.

Che fine farà Midou? Interessa a qualcuno? A Bruno interessa, e anche a me. Sapete perché mi interessa? Perché Bruno è un pensionato felliniano, e non sono molti i pensionati felliniani al mondo, e io sono felice di essere suo amico, mi sembra di vedere l’ombra di Fellini quando passeggio con lui, e mi interessa perché tra Fellini e la burocrazia dei carabinieri di Bannio Anzino io scelgo Fellini. Lo so, sono matto. E scegliendo Fellini scelgo l’arte, scegliendo l’arte scelgo la bellezza, scegliendo la bellezza scelgo la speranza, e scegliendo la speranza arrivo a Midou e a Bruno. Così la mia cinefilia mi porta naturalmente ad essere una persona giusta e a parteggiare per la giustizia.

Aiutare Midou è giusto, ma non solo: è bello. Pensate, Bruno gli ha trovato un lavoro in una fattoria in Toscana, e a me piace immaginare Midou in questa sua vita possibile, mi piace immaginarlo felice, con meno polvere addosso, e un sorriso per tutti.

E sono sicuro che la Gradisca sarebbe con noi: con me, con Bruno e con Midou. E voi da che parte state? Preferite la Gradisca o i carabinieri di Bannio Anzino? Saranno sicuramente bravi, professionalmente ineccepibili, zelanti, onesti e cristallini, ma permettetemi di preferire ancora la vita agli ingranaggi della burocrazia.

Lo so, sono matto. E forse anche Bruno lo è. E siete matti anche voi, lo so. Anche voi preferite la vita. Anche voi fate il tifo per Midou. Che Amarcord sia con voi.

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