Diversi anni fa eravamo in Val di Mello e ricordo che nel tempo libero da passeggiate ed arrampicate leggevamo Il partito del cemento. Forse qualcuno non conosce la Val di Mello. In tal caso, spiego: una valle splendida, con un bellissimo torrente che si dipana libero sul fondo, e maestose pareti di granito a fare da contorno. Un po’ come la Yosemite Valley. C’è qualcuno che non conosce la Yosemite Valley? Beh, qui allora mi arrendo.
Ma torniamo al libro. Il partito del cemento è un bellissimo saggio di Marco Preve e Ferruccio Sansa. Ho detto “bellissimo”? Ohibò. È un po’ come quando su Facebook dai dei like a notizie terribili, tipo migliaia di ettari di foresta ridotti a pascolo in Amazzonia. È in realtà un libro bellissimo per la rigorosità, le notizie, gli approfondimenti sulla distruzione di quel che rimane della mia terra natia, la Liguria, ma in realtà il contenuto, l’oggetto è orribile: l’avanzata del cemento su terra e mare in quella che un tempo era una delle più belle regioni del Belpaese.
E Sansa divenne recidivo due anni dopo, con La colata, un’indagine sull’espansione del cemento in tutta la penisola. Furono questi due coraggiosi testi che mi fecero apprezzare Sansa. Da allora sono trascorsi svariati anni. Sul cemento e la sua avanzata ha sempre continuato a scrivere. Ma un conto è scrivere, un altro entrare nell’agone politico per cercare di far seguire alle parole i fatti. Ed è quello che lui sta facendo, essendosi dichiarato disponibile a guidare la coalizione anti-Toti (non parliamo di “sinistra” per favore) nella sua regione, appunto la Liguria, alle prossime elezioni.
Ed ecco che in quello che lui chiama “appunto” (ma che in realtà è un abbozzo di programma), al primo posto cosa troviamo? La parola Ambiente. Ma non perché venga seguito l’ordine alfabetico, bensì perché Sansa ritiene che sia la priorità. Ed ecco allora le locuzioni “Zero cemento e nuovi parchi”, “investire nel recupero dei centri storici”, “recuperare senza costruire ancora”, “contrasto al dissesto idrogeologico”, ed altro ancora.
E Sansa tocca anche un altro tema a me caro, quello del gioco d’azzardo, in cui giustamente rileva l’infiltrazione malavitosa.
Una bella svolta non solo rispetto alla giunta Toti, che riduce i parchi esistenti e favorisce nuova edilizia, ma anche rispetto alle giunte del passato, di sinistra (ma perché mi ostino ad usare un termine che non so cosa significhi?). Non è un caso che il nome di Sansa sia inviso a buona parte del Pd, che invece dovrebbe appoggiarlo con il M5S. Per questo ancora non si sa chi sarà il candidato anti-Toti. L’impressione è che, se sarà Sansa, forse ci sarà un avvicendamento in Regione.
In questa prospettiva mi sento di suggerire a Sansa alcune suggestioni: a livello territoriale, opporsi decisamente a nuove strade ed autostrade. Penso a quella che si prospetta come l’opera più devastante per la Liguria a breve, e cioè la Gronda. A nulla serve opporsi al cemento se poi a quel partito si consente di fare addirittura una nuova autostrada, non importa quanto lunga.
Stesso discorso per la Predosa-Albenga e per il buco Armo-Cantarana, ma sicuramente mi sfugge qualcosa. Poi, una mia fissa, i porti, soprattutto quelli dei ricchi, quelli turistici: basta, perdio! Di porti in Liguria ce ne sono uno ogni due comuni rivieraschi: è già un triste primato, che tra l’altro ogni anno costringe a fare i ripascimenti delle spiagge. Poi, ancora, sono decenni che chi ha a cuore la natura attende che sia creato il Parco del Finalese. Fossimo in Francia, non ci sarebbero cacciatori di sorta che riuscirebbero a far sì che esso – un territorio unico, conosciuto in tutto il mondo – non sia creato. Qui basta qualche vecchio con la doppietta e il politico a chinare il capo.
E poi, oltre i suggerimenti, una constatazione: la coalizione che Sansa guiderebbe è Pd-M5S. La stessa che guida il paese. La stessa che proprio in questi giorni sta riesumando il progetto del Ponte sullo Stretto (con il ministro Gualtieri che ipotizza addirittura di usare i soldi europei del Recovery Fund!) e il ministro Di Maio che, incontrando Salini, afferma: “È una persona eccezionale e le sue sono parole reali, che ritraggono il Paese reale. Il lavoro, l’impegno, il sacrificio di fare impresa. Un modello di sviluppo che dobbiamo estendere e applicare ovunque.”
Poi, siamo in Liguria: si troverà a combattere con un apparato burocratico da decenni aduso ad operare nel cemento e nell’asfalto. Con in più la ‘ndrangheta. Che dire? In bocca al lupo! Che per fortuna in Liguria si sta espandendo.