Una nuova giornata di viabilità in tilt, forse la peggiore, con code chilometriche in diversi tratti, la Regione pronta alla battaglia legale e Autostrade che avvisa già sull’intensificazione dei lavori e delle chiusure durante la prossima settimana. Il trasporto su gomma della Liguria è nel caos per le ispezioni nelle gallerie da parte della concessionaria, che dovrà terminare gli accertamenti entro il 10 luglio, come da indicazioni del ministero dei Trasporti. E ora, per dare almeno un sollievo economico a chi resta incolonnato, annuncia la sospensione dei pedaggi in diverse tratte a partire da sabato. Ma la frittata è fatta, con automobilisti infuriati per il calvario e un colosso del trasporto container come Cosco, oltre 50 anni di storia nel porto genovese, che ha invitato i propri clienti a scegliere altri attracchi per non ritrovarsi bloccati nel traffico genovese e lungo le arterie liguri. Tanto che lo stesso amministratore delegato della concessionaria, Roberto Tomasi, deve ammettere: “La situazione del nodo Genova è estremamente complessa, ne vanno di mezzo anche le econome locali. Il porto è messo in grave difficoltà. Confidiamo nel buon senso del Mit e degli enti per trovare una soluzione”.
Da venerdì mattina è andata in tilt l’intera viabilità di Genova con incolonnamenti infiniti per il prolungamento inatteso della chiusura di un tratto della A10 Genova-Savona. L’ispezione programmata di una galleria, la Borgonovo, da parte di Autostrade è continuata oltre le prime ore dell’alba e la tratta è stata riaperta solo alle 10. Nel frattempo si sono creati 12 chilometri di coda sulla A10 tra il bivio A26 e Arenzano, 6 chilometri tra Masone e il bivio A26-A10 Genova-Ventimiglia. E il traffico si è riversato sulla viabilità ordinaria creando così uno dei peggiori ingorghi che si ricordi dai tempi del crollo del Morandi con 20 chilometri di auto in colonna sulla Aurelia da Sampierdarena ad Arenzano. Paralizzata anche la Guido Rossa, la principale viabilità per i trasporti al porto.
Nei prossimi giorni, ha avvertito Autostrade per l’Italia, in altri tunnel della rete ligure l’attività avrà una “particolare intensità” per “rispettare la scadenza del 10 luglio indicata dal Mit”, insomma, si preannunciano nuovi ingorghi dopo il grande imbuto visto oggi nel nodo genovese. Con la postilla: “Si concentreranno diverse chiusure di tratti a ridosso del nodo genovese, con tempi di apertura funzionali alla tipologia dei ripristini che potrebbero rendersi necessari”. E all’orizzonte c’è un nuovo capitolo dello scontro tra ministero e concessionaria, con la Regione Liguria che annuncia ad entrambi la possibilità di trascinarli in tribunale.
Il presidente Giovanni Toti ha prima parlato di “un’altra mattinata di follia sulle autostrade della Liguria”. Poi, con la vicepresidente e assessora regionale alla Sanità Sonia Viale, ha scritto ad Autostrade chiedendo che i blocchi legati ai cantieri vengano comunicati con tempestività, perché così sono a rischio anche i soccorsi sanitari del 112 e 118. Se “permanesse la carenza di comunicazione lamentata”, hanno scritto ad Aspi, la Regione andrà in Procura. “Silenzio assordante dal ministero – è poi tornato a martellare in serata – Questa regione non si piegherà. Ho firmato l’esposto mezz’ora fa, e la richiesta di un tavolo per avviare una trattativa per i risarcimenti economici. Senza risposte adiremo le vie legali tra una settimana esatta”.
Nella autostrade liguri gli ingorghi sono all’ordine del giorno praticamente da inizio giugno con la ripresa degli spostamenti tra le regioni. A fine di maggio – sempre aperta la querelle sulla revoca della concessione dopo il crollo del Morandi – il ministero dei Trasporti ha dato nuove disposizioni sulle ispezioni nelle gallerie e la concessionaria ha aperto in Liguria decine di cantieri, che spesso comportano cambi di carreggiata, tratte chiuse la notte e in cui di giorno si viaggia su con corsie ristrette per consentire le ispezioni sull’altra. Le istituzioni locali hanno lamentato a più riprese il mancato coordinamento dei lavori e alcuni sindaci, come quello di Arenzano, si sono anche mossi legalmente.
E adesso si allunga l’ombra della fuga non solo dei turisti, costretti a incolonnamenti record per raggiungere i luoghi di villeggiatura, ma anche degli operatori del porto di Genova. Il colosso mondiale dello shipping Cosco ha avvertito i propri clienti di questo “caos mai visto” sconsigliando di usare il porto genovese per le spedizioni, invitando a rivolgersi a scali alternativi come La Spezia, Ravenna, Trieste, Venezia. “È la prima volta che ci troviamo a gestire una simile emergenza, con i camion che non riescono a entrare nel porto, con il casello di Genova Ovest bloccato nelle ore cruciali, con i container fermi da giorni sui piazzali perché il cliente non può ritirarli e con i terminalisti che non fanno sconti, ma al contrario intendono essere pagati anche se il container resta fermo per cause di forza maggiore”, spiega in un colloquio con Il Sole24 ore il direttore generale di Cosco, Marco Donati. “Quello che sta accadendo a Genova – avverte – è molto pericoloso, perché se un cliente è costretto a spostarsi altrove, non è scontato che in futuro possa tornare indietro”.
“Il livello di allarme è massimo, la situazione è sfuggita al Mit per incapacità disarmante a pianificare e Aspi è responsabile dell’incuria della rete che va avanti da anni”, ha commentato il direttore di Spediporto Giampaolo Botta. L’associazione dei terminalisti portuali aderente a Confindustria, Assiterminal, ha annunciato che è all’esame una possibile azione legale “sotto forma di class action o di richiesta danni ad Autostrade”, ma anche ad altri, ha spiegato il presidente Luca Becce. Il presidente del porto di Genova Paolo Emilio Signorini si è comunque detto “moderatamente ottimista” su una soluzione, mentre i lavoratori portuali hanno preannunciato a breve una grande mobilitazione per farsi sentire dalle istituzioni. E si va incontro a un altro week end di fuoco. Mentre Autostrade spiega che la situazione migliorerà dal 10 luglio, andando verso la regolarizzazione nel giro di una ventina di giorni. La Liguria spera.