Giustizia & Impunità

Maxi-Truffa sui diamanti: arrestato Maurizio Sacchi, l’amministratore delegato della Dpi. È accusato di autoriciclaggio

L'operazione è l'ultimo sviluppo nell'inchiesta sulla truffa delle pietre preziose, coordinata dal pm Grazia Colacicco, che ha visto tra le circa 300 vittime anche il cantante Vasco Rossi e l'imprenditrice Diana Bracco. La Finanza ha scoperto il meccanismo per occultare i proventi illeciti

Maurizio Sacchi, titolare della società Diamond Private Investment, nota per la promozione della vendita di diamanti, è stato arrestato dalla Guardia di finanza di Milano con l’accusa di autoriciclaggio. L’operazione è l’ultimo sviluppo nell’inchiesta sulla truffa delle pietre preziose, coordinata dal pm Grazia Colacicco, che ha visto tra le vittime il cantante Vasco Rossi e l’imprenditrice Diana Bracco. L’indagine nel febbraio 2019 aveva portato al sequestro di beni per oltre 700 milioni, nonché nel gennaio 2020 al sequestro di quote societarie e attività finanziarie per circa 34 milioni di euro.

Gli ulteriori sviluppi investigativi, scaturiti dall’approfondimento della gestione operativa di una delle società le cui quote erano già state sottoposte a sequestro, hanno consentito di ricostruire una complessa operazione di riciclaggio, “strutturata” con il contributo di un imprenditore operante nel settore finanziario – già sottoposto a misura cautelare in carcere nei giorni scorsi – per occultare, attraverso l’interposizione di società operanti nel Centro e nel Nord Italia, nei più diversificati settori economici, parte dei proventi della truffa realizzata ai danni dei risparmiatori.

Secondo la ricostruzione della procura nel principale filona d’inchiesta, chiuso negli scorsi mesi, i diamanti sarebbero stati venduti a prezzi gonfiati rispetto al loro valore reale a circa 300 clienti, tra cui molti vip, con la presunta complicità delle banche che sarebbero state ripagate con regalie varie. Oltre alla Dpi di Sacchi, nella presunta truffa è coinvolta anche la Intermarket Diamond Business spa, finita in procedura fallimentare nel 2016, che ad avviso degli inquirenti avrebbe fatto anche diverse regalie ai vertici di alcune banche che sono state coinvolte nell’indagine, ovvero Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Aletti e Mps, che spiegò di essere già impegnata nel rimborsare i clienti.