“Mi hanno invitato a riflettere sul mio temperamento”. Così Pierluigi Diaco si è confrontato con Flavio Insinna durante l’ultima puntata di “Io e Te”. Tra un “vuoi condurre tu?” detto a Monica Setta e un rimprovero pubblico agli autori, le sue intemperanze sono diventate virali. A tal punto da spingere il conduttore a uno sfogo: “Voglio dirlo pubblicamente dai microfoni di Rai1. Ogni tanto, come Flavio, anche io ho perso la lucidità e ho perso la pazienza. Ma se mi sono rivolto in maniera sgradevole è perché chiedevo aiuto. Fare questo mestiere con la passione e la dedizione con cui lo facciamo io e questo signore qui può portare a perdere la pazienza. Se avete visto in questi anni degli audio o dei video non pensate che quelle reazioni assomiglino al comportamento e al carattere dei personaggi televisivi. Come accade a voi nel vostro lavoro di perdere la pazienza, accade anche a noi”, sono state le sue parole. E non ha trattenuto le lacrime.
Diaco, che sottolinea sempre di fare una televisione pulita e gentile, ha sottolineato la passione con cui fa questo lavoro: “In questo mese mi è capitato di avere delle intemperanze per il troppo amore e per la troppa passione che metto in questo mestiere, essendo io un emotivo. E quindi a microfono aperto mi sono permesso di giudicare il lavoro delle persone che lavorano qua dentro (…) Mi sono reso conto, inevitabilmente, che la passione con cui io faccio questo mestiere non può essere la stessa di un lavoratore che lavora dentro la Rai, che oltre a curare questa trasmissione ne fa tantissime altre. Ci ho riflettuto in questi giorni. Mi sono detto: sono all’altezza di lavorare in squadra? Sono all’altezza di mettere a disposizione la mia professionalità e non pretendere che gli altri la mettano con la mia stessa passione?”.
Anche Insinna, come Diaco, è finito nell’occhio del ciclone per le sue parole di troppo (i suoi fuorionda sono stati mostrati da “Striscia la notizia” creando un gran dibattito). Dopo aver ascoltato le parole del collega, il conduttore de “L’Eredità” è tornato a parlare di quelle intemperanze, pur non citandole mai: “Il modo è sbagliato ma stiamo dicendo ‘aiutatemi’. Se uno riuscisse sempre a rimanere calmo sarebbe bellissimo. È un grido disperato, il nostro. Quando tutto va bene sussurri. Gridi quando hai paura di perdere l’altro o hai paura di non essere capito. Uno cerca di farlo sempre meno, ma esiste anche lo scontro civile e onesto (…) Non può essere sempre tutto rose e fiori, ci sono discussioni e incomprensioni. Qualche volta ci siamo visti le puntate di “Io e Te” e ci siamo fatto una risata, sapendo che facciamo un mestiere molto bello e anche molto complicato. Vorremmo che il programma andasse sempre avanti in maniera perfetta perché così vivremmo sempre in maniera serena. Se il programma non viene perfetto, poi, non si dorme più”.