I prezzi di smartphone e tablet potrebbero aumentare significativamente a breve in Italia. Il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini ha infatti firmato nelle scorse ore un decreto col quale si rivedono le tariffe relative all’equo compenso, aumentate significativamente proprio per i dispositivi mobili.
L’equo compenso è stato introdotto nell’ormai lontano 1992 come forme di compensazione per le supposte vendite mancate di dischi a causa del proliferare di radio, cassette e CD, che consentivano la realizzazione di una copia privata di opere protette da diritto d’autore. Come spiega anche al SIAE sul proprio sito, l’equo compenso “si applica sui supporti vergini, apparecchi di registrazione e memorie in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore”. Negli anni infatti a quei primi supporti si sono aggiunte le memorie non volatili di vario tipo, che iniziavano a essere integrate in quantità sempre peggiori in smartphone, tablet, TV, chiavette USB, computer e tanti altri dispositivi elettronici.
Il nuovo decreto prevede significativi aumenti per diversi tipi di dispositivi dotati di memoria. Smartphone e tablet con uno spazio di storage compreso tra 64 e 128 GB ad esempio avranno una tariffa di 6,30 euro, che salirà a 6,90 euro per i dispositivi con più di 128 GB. Introdotta poi per la prima volta anche la tariffa riguardante smartwatch, smart band e fitness tracker, prima non previsti: 2,20 euro fino a 4 GB, 3,20 euro da 5 GB a 8 GB, 4,10 euro da 9 GB a 16 GB, 4,90 euro per dispositivi da più di 16 GB fino a 32 GB e 5,60 euro per tutti quelli che integrano più di 32 GB di memoria per l’archiviazione dei dati.
Infine per le chiavette USB il compenso massimo applicabile per ciascuna unità è stato fissato a 7,50 euro, a 18 euro per gli hard disk esterni, mentre per tutte le TV munite della possibilità di registrare e per gli hard disk dei computer è stato deciso per un unico prezzo fisso, pari rispettivamente a 4 e 5,20 euro. La decisione ha già subito importanti critiche, ad esempio dal presidente di Confindustria Digitale Cesare Avenia e dal presidente dell’ANITEC-ASSINFORM (l’associazione italiana di information technology legata a Confindustria) Marco Gay, convinti che in questo momento di crisi economica post COVID-19, sostenere la produzione e il consumo richiederebbe prezzi più bassi e non, invece, più elevati.