Continua la stretta della Turchia sulle libertà e gli attivisti che si occupano di diritti umani. Taner Kilic e Idil Eser, rispettivamente ex presidente e direttrice di Amnesty International Turchia, sono stati condannati in primo grado rispettivamente a sei anni e tre mesi e 2 anni e un mese per “sostegno a un’organizzazione terroristica”. Stessa accusa per altri due attivisti, anche loro condannati dallo stesso tribunale di Istanbul, mentre gli altri 7 imputati sono stati assolti. Tra loro anche 2 stranieri, il tedesco Peter Steudtner e lo svedese Ali Gharavi, che hanno potuto lasciare il Paese.

Dieci di loro erano stati arrestati nel 2017 sull’isola di Buyukada, al largo di Istanbul, dove stavano partecipando a un workshop sui diritti umani, mentre Kilic venne arrestato un mese dopo e rilasciato su cauzione ad agosto 2018. Lo scorso novembre, secondo documenti visionati dalla ‘Dpa’, l’accusa avrebbe chiesto l’assoluzione per mancanza di prove di quattro imputati. Amnesty aveva criticato il processo definendolo “motivato politicamente” e ha chiesto l’assoluzione di tutti gli imputati.

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