Il mini-mondiale parte con due gare in Austria, poi ce ne sono in programma altre sei (l'ultima a Monza), ma potrebbero arrivarne altre. La Mercedes, tanto per cambiare, è la favorita: l'inglese vuole eguagliare i 7 titoli di Schumi e superarlo nel numero di podi. Il suo primo avversario sarà l'olandese della Red Bull, finora sempre vincitore tra le Alpi. Le Rosse sono indietro e annunciano un nuovo pacchetto dal terzo gp in Ungheria: potrebbero crescere gara dopo gara, così come lo scontro tra il futuro di Maranello e l'ormai ex prima guida
Più breve, ma non per questo meno emozionante. Perché il Mondiale che sta per iniziare al Red Bull Ring di Spielberg, Austria, sarà comunque ricco di significati. E non solo perché Lewis Hamilton avrà la possibilità concreta di riscrivere i record stabiliti da Michael Schumacher. Dopo tre mesi di paura e angoscia, ora la Formula 1 è pronta a riaccendere i motori in uno scenario inedito, fatto di tribune deserte, di premiazioni senza l’abbraccio del pubblico, di mascherine, di contatti ridotti al minimo e di isolamento dei piloti. Ovvio, dunque, che tifosi e addetti ai lavori si siano presto divisi fra chi considera il mini-mondiale come un passo in avanti verso la normalità e chi, al contrario, lo vive come un anno di transizione verso la prossima stagione, più ricca (si spera) di appuntamenti. Al momento sono otto i gran premi che compongono il calendario ufficiale della Formula 1 edizione 2020, che si terranno su sei tracciati differenti fra il 5 luglio e il 6 settembre (due gare si disputeranno al Red Bull Ring, altrettante a Silverstone e uno in Ungheria, Spagna, Belgio e Italia, a Monza). I vertici della Formula 1, tuttavia, stanno lavorando per rimpolpare la lista delle gare prima dell’atto finale ad Abu Dhabi, a dicembre. Al momento l’ipotesi più concreta è che al calendario si aggiungano i gran premi del Mugello (e qui, in caso, la Ferrari correrebbe il gp numero mille della sua storia), di Portimao e di Hockenheim.
In attesa di conoscere il futuro, però, per affrontare il presente le scuderie possono affidarsi solo al passato, neanche troppo remoto. Perché i test ufficiali che si sono svolti a febbraio al Montmelò hanno espresso un primo verdetto, per la verità neanche così sorprendente. L’avversario da battere, infatti, resta ancora una volta le Mercedes di Hamilton e Bottas. Il pilota inglese, che ha vinto 6 titoli mondiali (cinque dei quali negli ultimi 6 anni), ora si è portato in scia di un gigante come Michael Schumacher, vincitore di 7 titoli in carriera. Questo potrebbe essere l’anno dell’aggancio, e visto che Hamilton ha ancora qualche anno di carriera davanti a sé, è lecito aspettarsi anche il sorpasso. Non finisce qui, perché il pilota delle frecce d’argento è distante solo 4 podi dal record stabilito da Schumacher (155). Paradossalmente, è anche per questo che Hamilton si trova nella poco invidiabile posizione di chi ha tutto da perdere. Da lui ci si aspetta se non un dominio assoluto (l’anno scorso ha chiuso con 87 punti di vantaggio sul compagno di scuderia Bottas e con 135 su Max Verstappen), quantomeno una vittoria senza troppi grattacapi. Per questo, il doppio appuntamento sul Red All Ring, dove negli ultimi due anni ha vinto proprio il suo rivale Verstappen, potrebbe rappresentare una partenza più difficile del previsto per le frecce d’argento. “Quella austriaca è una pista impegnativa per noi – ha detto Hamilton nella conferenza stampa della vigilia – non abbiamo mai trovato la finestra perfetta per le nostre macchine. Vedremo. La Red Bull è sempre forte su questa pista ed è andata bene anche nei test in Spagna. Sono curioso di vedere come andranno le cose qui”.
Problemi diversi, invece, per la Ferrari. I test di Barcellona, infatti, hanno raccontato di una Rossa costretta a inseguire, più lenta fino a mezzo secondo rispetto alla Mercedes. Un risultato inaspettato, che ha costretto i vertici di Maranello a un’inversione a “u” per quanto riguarda lo sviluppo della monoposto. I nuovi pacchetti saranno disponibili dal terzo appuntamento mondiale, quello in Ungheria, ma la speranza è che in attesa delle modifiche la Ferrari non debba limitarsi a rincorrere. “Dopo i test pensavamo di non essere al livello che volevamo – ha ammesso Leclerc durante la prima conferenza stampa stagionale – poi c’è stato il lockdown e, dopo la riapertura, abbiamo analizzato la situazione per capire il problema e da dove proveniva. Abbiamo cercato una strada diversa per Budapest e non c’era tempo per portare qui l’aggiornamento. Lottare per il Mondiale? Non sarà facile, ma sappiamo che faticheremo di più”. Esattamente lo stesso concetto espresso dal suo compagno di scuderia, Sebastian Vettel: “Dopo Barcellona era chiaro che non eravamo dove volevamo. E così vale per questo weekend”. Ma più dell’aerodinamica, a preoccupare la Rossa è proprio la convivenza fra i due piloti. Perché se Leclerc, due vittorie nella scorsa stagione, rappresenta il futuro di Maranello, Vettel è praticamente un ex. A sostituirlo, nella prossima stagione, ci sarà lo spagnolo Carlos Sainz. Ma in attesa di dire addio alla Ferrari il quattro volte campione del Mondo non ha nessuna voglia di finire a fare il gregario. Un concetto che ha voluto chiarire una volta per tutte nei giorni scorsi. “Di sicuro non ho intenzione di rendere la vita più semplice a Leclerc – ha garantito – in ogni sorpasso non lo lascerò passare agevolmente, continueremo a lottare come lo scorso anno. Ho sempre cercato di integrarmi bene nel team. Voglio avere sempre successo e pensare al risultato personale, ma si guida per una squadra”. Il testa a testa fra i due uomini in rosso potrebbe diventare incendiario ma potrebbe anche aumentare la loro competitività. Una situazione delicata, comunque, per una scuderia che non vince il mondiale costruttori dal 2008 e che si dice sicura di crescere a mondiale in corso.
A contendere alla Ferrari il ruolo di primo avversario della Mercedes ci sarà la Red Bull, dove le gerarchie sono invece chiarissime: Verstappen prima guida, Alexander Albon a fargli da scudiero. E il pilota olandese si è autocandidato al ruolo di primo antagonista di Hamilton. “La Mercedes è ancora la squadra da battere – ha detto – perché è stata la scuderia dominante per un periodo molto lungo. Sono ancora molto forti e sarà difficile batterli, ma noi come squadra abbiamo imparato molto e penso sul serio che siamo più forti rispetto allo scorso anno”. I primi due appuntamenti sul circuito della Red Bull potrebbero dargli un vantaggio, ma per Verstappen sarà fondamentale la continuità. Dietro alle tre grandi sarà battaglia fra Racing Point, McLaren e Renault. Un equilibrio che, però, potrebbe essere turbato dal mercato piloti. Nel 2021 Alonso sostituirà Ricciardo (destinato alla McLaren) al volante della Renault, ma secondo quanto riportato dalla stampa spagnola Fernando potrebbe sostituire l’australiano già in questa stagione. Si avrebbe così un valzer che porterebbe subito Alonso alla Renault, Ricciardo alla McLaren e Sainz alla Ferrari al posto di Vettel. Ma questa è un’altra storia.