Due fratelli di 27 e 16 anni si sono cibati dell'animale. È il più grande dei due a versare nelle condizioni più gravi: si trova in ospedale con quella che è stata ribattezzata "peste delle marmotte"
Era il 12 maggio 2019 quando la notizia di due ragazzi morti per aver mangiato il rene crudo di una marmotta si diffuse in tutto il mondo: due fidanzati di 38 e 37 anni che vivevano nel distretto di Bayan-Ölgij, all’estremo occidentale della Mongolia, avevano cacciato e mangiato l’animale, contraendo poi la peste. Immediatamente erano scattate le misure di prevenzione con una quarantena imposta nell’intera regione. Ora arriva un altro caso: due fratelli di 27 e 16 anni sono stati contagiati dalla peste sempre in Mongolia, nella provincia di Khovd, dopo aver consumato marmotte. È il più grande dei due a versare nelle condizioni più gravi: si trova in ospedale con quella che è stata ribattezzata “peste delle marmotte“. Il Centro nazionale per le malattie zoonotiche e il Centro zoonosi di Khovd e Bayan-Ulgii, che hanno ordinato la quarantena nei distretti di Tsetseg e Jargalant. Prevenire un focolaio è il principale obiettivo delle autorità. Il nome dato alla peste non deve però trarre in inganno: il batterio è sempre Yersinia pestis, cioè quello della peste nera che uccise 20 milione di persone nel Medioevo e si trova nelle pulci che fanno da parassiti ad animali come i ratti, le marmotte, gli scoiattoli.