La rassegna Classiche Forme - fondata e coordinata dalla musicista 27enne - si svolgerà dal 24 al 26 luglio a Lecce, nell'Abbazia di Santa Maria di Cerrate. La direttrice: "Quello che poteva essere un limite è diventato uno stimolo ulteriore di creatività"
Dopo i lunghi mesi di lockdown – la sofferenza collettiva, l’isolamento, la crisi economica – si prova a ripartire dalla musica. “La gente ha voglia di tornare ad emozionarsi“, dice convinta al fattoquotidiano.it la pianista 27enne Beatrice Rana, enfant prodige della musica classica, che ha fondato e dirige la rassegna internazionale di musica da camera Classiche Forme. “Abbiamo tutti bisogno di riavvicinarci a quelle cose che danno un senso alla vita, l’arte è certamente una di quelle”. E quindi, dopo una stagione di incertezza, ora si riprendono in mano gli strumenti e si torna sul palco: il Festival si terrà dal 24 al 26 luglio a Lecce, per tre serate di concerti. Il Festival salentino – che quest’anno vanta la nomina del maestro Antonio Pappano, direttamente dalla Royal Opera House di Londra – a presidente onorario, e ha ottenuto anche un riconoscimento dal presidente della Repubblica e l’EFFE Label dell’European Festivals Association.
Con i teatri chiusi, il settore della musica dal vivo è sicuramente uno di quelli che più ha sofferto (e tuttora soffre) le conseguenze economiche della pandemia. Immaginare un festival ai tempi del distanziamento sociale è stata una sfida non da poco: da un lato la sicurezza, dall’altro la musica che è un “aggregatore sociale per eccellenza” e l’esperienza collettiva di un concerto: “L’organizzazione è sempre molto delicata – spiega la direttrice artistica – ma quest’anno è diventata decisamente capillare. La mia priorità è il benessere di chi verrà ad ascoltare i concerti”. Per questo è stata totalmente ripensata la platea in uno spazio aperto e si è scelto di puntare sulla prenotazione digitale dei biglietti per snellire i tempi di attesa all’ingresso ed evitare le code. “Sarà possibile ascoltare il concerto senza mascherina, visto che ci troveremo in un luogo all’aperto in cui il distanziamento fra le persone è garantito”, ma andranno indossate sia all’entrata che all’uscita. Il luogo scelto è la suggestiva l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, che per tre giorni ospiterà artisti del calibro di Giovanni Sollima, violoncellista siciliano, Silvia Careddu, Andrea Obiso e Giuseppe Russo Rossi. Presidente onorario del Festival è Sir Antonio Pappano, direttore Musicale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma e Music Director della Royal Opera House a Londra.
Classe 1993, Beatrice Rana è l’enfant prodige della musica classica: nel 2016 il Premio Abbiati, nel 2017 il presidente Mattarella la nomina Cavaliere della Repubblica. Nel 2018 viene incoronata ‘artista femminile dell’anno’ ai Classic Brit Awards della Royal Albert Hall di Londra. “Pur essendo un momento così complicato era mio imperativo categorico dare un segnale di ripartenza anche per il nostro settore, che tanto ha sofferto in questi mesi” prosegue Rana. Non si parla solo di musicisti, cantanti e direttori d’orchestra: ma di costumiste, sarti, macchinisti, truccatori, tecnici, agenti…molti precari o stagionali, con pochissime tutele. C’era poi un’incognita più grande: in un momento così difficile, il pubblico avrà ancora voglia di comprare i biglietti? “Confesso che avevo un po’ timore della reazione della gente dopo tutti questi mesi – ammette – invece da quando abbiamo annunciato il programma siamo stati inondati di richieste di prenotazione. Questo assume un significato ancor più grande: c’è voglia di tornare ad emozionarsi”. Non a caso, la rassegna è stata premiata tre anni fa da Sergio Mattarella proprio per “l’alto valore verso la cultura musicale, la valorizzazione di giovani talenti e l’attenzione al territorio in cui si svolge”.
Inevitabilmente, il programma di Classiche Forme (organizzato dall’Associazione ‘Opera Prima’) è stato completamente cambiato rispetto all’originale: “Ma sono molto fiera del risultato – commenta la direttrice – perché quello che poteva essere un limite è diventato uno stimolo ulteriore di creatività. Ad esempio ospiteremo in residenza un gruppo di giovani violoncellisti guidati da Giovanni Sollima che faranno una vera e propria “quarantena” artistica di 14 giorni: un periodo di prove intense in vista del concerto, ma anche una maniera per poterli fare stare sullo stesso palcoscenico senza problemi”. Inaugura la rassegna il concerto ‘La corona del Re’ (24 luglio) e si prosegue nelle serate successive con Bach, Chopin e ovviamente Beethoven, di cui si festeggiano i 250 anni dalla nascita. “Spero che la fine di questa pandemia arrivi presto – conclude Beatrice Rana – così da non doverci più ingegnare per limitare ciò che la musica fa naturalmente, e cioè avvicinare le persone“.