Gli sono bastati venticinque minuti per sgretolare le fragili certezze dell’Inter. Dal suo ingresso in campo il Bologna ha cambiato volto: prima, al 29esimo del secondo tempo, ha firmato il gol del momentaneo 1-1. Poi il suo connazionale Barrow ha fatto il resto, portando a casa la vittoria. Musa Juwara non credeva nemmeno di entrare in campo, a San Siro contro l’Inter. Dopo l’espulsione di Soriano però mister Mihajlovic non ha esitato: tempo di togliersi la pettorina e il 18enne del Gambia era già a sfrecciare sul prato verde. Grande velocità e un sinistro promettente, quello con cui ha riaperto la partita. “È il mio primo gol in A. Ringrazio il mister che mi ha fatto giocare contro l’Inter. Sto lavorando bene in allenamento, ma non pensavo sarei entrato. E’ un grande sogno, lo ricorderò per tutta la vita”, dice emozionato ai microfoni di Dazn dopo la partita.

La storia del Juwara calciatore comincia 4 anni fa. È uno dei 536 volti senza nome che sbarcano a Messina il 10 giugno 2016: arrivano a bordo della ong tedesca Fgs Frankfurt. Il giovane Juwara, all’epoca 14enne, è stato salvato da un barcone: ultima tappa di una fuga solitaria per scappare alla dittatura del Gambia. Minore non accompagnato, finisce in un centro di accoglienza in provincia di Potenza. Lì ad affezionarsi al ragazzo, prima che al futuro calciatore, è l’allenatore della Virtus Avigliano, Vitantonio Suma: diventa suo genitore affidatario insieme alla moglie e lo inserisce nella squadra. Lo manda a scuola e suoi campi da calcio.

Dove la nota il Chievo Verona: è la seconda svolta. Juwara veste la maglia gialloblù nel gennaio del 2018, dopo mille difficoltà burocratiche. Si fa notare anche nelle giovanili, il Torino sembra interessato ma poi resta a Verona dove esordisce anche in Serie A nel maggio 2019. Quando il Chievo retrocede Sabatini e Mihajlovic sono già pronti: arriva la chiamata del Bologna. Comincia in Primavera ma pian piano la sua presenza in prima squadra diventa costante, fino alla splendida rete a San Siro. Un primo passo, per uno che punta a diventare come Hazard e che Il Guardian ha inserito tra i più talentuosi della sua generazione. Intanto se lo gode il Bologna.

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