In questi anni c'è stata una contrazione del numero di studenti degli istituti privati: diminuzione che oggi consente di avere più posti a disposizione. La Conferenza italiana superiori maggiori: “20mila edifici in tutto: un patrimonio notevole che potrebbe risolvere il problema di quel 15% di ragazzi che non troverà posto nelle pubbliche a settembre”
“Venite da noi a fare lezione, abbiamo spazio”. Mentre i dirigenti scolastici delle scuole statali sono a caccia di aule, gli istituti paritari lanciano un appello al Governo: “Mettiamo a disposizione le nostre classi e le nostre palestre”.
Dalle quelle per l’infanzia alle superiori, nessuna scuola paritaria ha problemi a ripartire. La maggior parte degli edifici sono antichi palazzi con ampi corridoi e sezioni dove si è in grado di rispettare la distanza di un metro da bocca a bocca. Nessun problema nemmeno per ingressi e uscite scaglionati: la maggior parte delle scuole è già al lavoro da settimane per garantire le condizioni di sicurezza agli studenti.
Il primo a lanciare la proposta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e persino al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato padre Luigi Gaetani, presidente del Cism, Conferenza italiana superiori maggiori: “Siamo disponibili a mettere sul piatto i nostri spazi facendo un patto educativo e civico. In questi mesi abbiamo ascoltato i gestori delle scuole e abbiamo ben presente la mappa dei nostri immobili. Il Governo purtroppo è sordo, non ci ha mai risposto”.
Alle superiori, in questi anni, c’è stata una contrazione del numero di studenti e così alle primarie: diminuzione che oggi consente di avere più spazio. “Tenuto conto – dice il presidente del Cism – che in Italia vi sono 12mila scuole pubbliche paritarie e noi come scuole cattoliche abbiamo 8mila plessi, stiamo parlando di un patrimonio notevole che potrebbe risolvere allo Stato il problema di quel 15% di ragazzi delle statali che non troverà posto a scuola a settembre”. L’unica questione che solleva il religioso è legata alle spese che le scuole devono affrontare per rispettare le linee guida: “Con rette al di sotto dei 4mila euro annui e che in alcuni casi arrivano a 2mila, dobbiamo far fronte a tutto”.
A non essere preoccupata per la questione spazi è anche Virginia Kaladish, presidente della Federazione di scuole cattoliche primarie e secondarie: “È solo una questione di organizzazione, ma non abbiamo situazioni drammatiche. Laddove si sono presentati dei problemi abbiamo creato dei patti territoriali con le parrocchie e gli oratori. Dobbiamo semmai fare uno sforzo di creatività ripensando all’utilizzo dei nostri cortili e giardini. È il tempo dell’autonomia”.
Ad aver fiducia nella ripartenza è anche suor Anna Monia Alfieri che da anni si batte per difendere a spada tratta le scuole paritarie: “Ci sono due caratteristiche che ci aiutano. La prima è quella che l’80% dei nostri edifici è di grandi dimensioni. Noi non abbiamo mai avuto classi pollaio. La seconda particolarità è l’autonomia: siamo in grado di fare interventi di edilizia scolastica in tempi più brevi delle statali”. Suor Anna riprende l’appello di padre Gaetani: “A Milano, nel 2013, il sindaco Giuliano Pisapia per aggredire le liste d’attesa delle scuole materne decise di assegnare un voucher di 2mila euro alle famiglie da spendere per acquistare il servizio delle materne paritarie. Ora, invece, i 5Stelle non ci sentono”. La preoccupazione di suor Alfieri è per le scuole che non ce la fanno. La religiosa ha creato un sito (“Noi non siamo invisibili”) dove mappa gli istituti che hanno abbassato la saracinesca: ci sono già 66 scuole.
Diversa la partita delle scuole dell’infanzia, dove le linee guida non hanno chiesto il distanziamento ma le visiere per gli insegnanti: “Solo in pochi casi dobbiamo fare i conti con aule troppo strette, ma stiamo risolvendo il problema nell’ambito delle strutture ecclesiali”, spiega Stefano Giordano, presidente nazionale Fism, federazione italiana scuole materne.
Intanto, tutti esultano per i 300 milioni conquistati per le paritarie grazie all’accordo tra il Partito Democratico, Italia Viva e l’opposizione. Una decisione che ha visto contrario il M5S: “Siamo molto amareggiati – spiega l’onorevole Gianluca Vacca – per quel che è avvenuto in commissione Bilancio dove pezzi di maggioranza e opposizione si sono accordati per un emendamento al Decreto Rilancio che stanzia ulteriori 150milioni per le scuole paritarie. In queste settimane ci siamo opposti a questa linea, evidenziando come fossimo disposti ad un dialogo costruttivo soltanto per la fascia d’età 0-6, tenendo conto della tutela dei lavoratori a seguito dell’emergenza dovuta al Covid. Rimarchiamo oggi, ancora una volta, come il Movimento 5 Stelle sia per la scuola pubblica e statale, secondo i dettami della Costituzione”.