“Emerge un quadro davvero inquietante”. È la conclusione a cui è giunto l’ex ministro del governo Renzi ora europarlamentare e leader del partito Azione, Carlo Calenda, in un video pubblicato su Twitter in cui solleva una serie di questioni ponendo delle domande all’associazione dei consumatori e al suo presidente, Carlo Rienzi, per chiedere conto dei presunti finanziamenti pubblici che il Codacons riceverebbe, dei suoi rapporti con Autostrade per l’Italia e Monte dei Paschi di Siena, e tanto altro. Non solo, l’ex ministro si è detto anche pronto a trasformare i suoi quesiti in un’interrogazione parlamentare al ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli perché a suo dire ci sarebbero “molte zone d’ombra” nell’attività dell’associazione.
La presa di posizione di Calenda ha incontrato subito il favore di Fedez, il cantante marito di Chiara Ferragni che con il Codacons ha lunghi trascorsi, con decine di querele a suo carico in tribunale. “Calenda sta flirtando con me“, ha scritto su Twitter ricondividendo il post in cui l’ex ministro annunciava di avere delle cosa da dire sull’associazione dei consumatori. E poi ancora: “Non l’ho ancora visto ma posto sulla fiducia. Calenda sei tremenda”. Dopo aver visto il video, il cantante lo ha prima ricondiviso commentando così: “Quindi SEMBREREBBE (condizionale per il mio avvocato) che se paghi le mazzette al Codacons questi non ti facciano causa. io devo farmi 10 processi più richiesta di risarcimento da 300mila€ per aver contribuito a costruire una terapia intensiva. Ma le istituzioni muovono il culo?”. E infine si è lasciato andare ad uno sfogo su Instagram: “Finalmente qualcuno se ne occupa. Non ci sono istituzioni preposte per controllare che certe associazioni non facciano magheggi?”, si chiede il rapper e produttore commentando l’iniziativa del leader di Azione.
In particolare, Calenda nel suo video parla di “molte zone d’ombra, alle quali il Codacons dovrebbe rispondere pubblicamente se vuole essere fedele al principio di trasparenza, non solo che promette ma che minaccia di far rispettare”. Dai “bilanci non aggiornati“, all’ammontare “delle spese legali del Codacons, e tra chi sono state ripartite”, dalle pagine del sito dell’Associazione “ferme agli anni scorsi” fino a questioni decisamente più consistenti. “Perché, come ha scritto il Fatto Quotidiano, nel 2018 ha rinunciato alla costituzione di parte civile nel processo nel processo agli ex dirigenti del Monte dei Paschi di Siena?”, chiede Calenda, evidenziando che nello stesso periodo la banca “ha firmato una transazione da 732mila euro con lo stesso Codacons?”. Ancora, il leader di Azione chiede quali siano “i rapporti tra Codacons e Autostrade per l’Italia“, anche in considerazione “delle poche critiche nei confronti di Autosrtrade e anche nei confronti di eventi controversi come il crollo del Ponte Morandi”.
A stretto giro è arrivata anche la replica del Codacons. “Il Codacons accetta la sfida e domani risponderà punto per punto alle insinuazioni – più che domande – di Carlo Calenda che, totalmente ossessionato dal Codacons ai limiti dello stalking, ha pubblicato oggi un lungo video sull’associazione”, ha fatto sapere l’associazione in una nota. “Non abbiamo alcun problema a rispondere ai quesiti posti dal leader di Azione, domande che purtroppo dimostrano l’ignoranza di Calenda e fanno capire perché molti lo definiscono il peggior ministro della Repubblica Italiana – si legge ancora -. Tuttavia avvisiamo Calenda che anche noi, nel replicare, faremo qualche domanda all’ex Ministro, non solo sulla sua persona ma anche sul suo partito e sulle fonti di finanziamento dello stesso. Apprezziamo lo sforzo del leader di Azione di aver preparato un testo per evitare l’ennesima denuncia, ma anche stavolta – come in tutto il suo mandato da Ministro dello sviluppo economico – ha fallito, e considerate la falsità delle affermazioni odierne, riceverà l’ennesima querela“, ha concluso il Codacons.