di Filippo Poletti*

È unità la parola chiave dell’era post-covid: unità anche al lavoro, intesa come quell’idem sentire che fa di un’azienda una comunità che, con impegno e passione, porta avanti gli obiettivi professionali. Gli esempi di questi giorni sono tanti. Uno, senza dubbio, è quello di Siare Engineering, l’azienda di Crespellano-Valsamoggia incaricata lo scorso 6 marzo dal Premier Giuseppe Conte e dalla Protezione Civile di fabbricare 2.350 respiratori polmonari entro il 31 luglio.

Giorno dopo giorno i manager Giuseppe e Gianluca Preziosa, rispettivamente presidente e direttore generale, e i loro collaboratori hanno condiviso gli sforzi necessari per portare avanti questa impresa. Tutto ciò traspare anche all’esterno sulle pagine social ufficiali di Siare, aperte su Facebook e LinkedIn: è qui che, grazie al ricorso di testi, foto e video, hanno raccontano la grande sfida realizzata a più mani.

Tutt’oggi, assieme allo stabilimento della Ferrari di Maranello e a quello Fca di Cento, Siare sta producendo i respiratori destinati a curare i malati del nostro Paese. Dotata di 35 dipendenti, l’azienda è un’eccellenza del Made in Italy: è una delle otto fabbriche al mondo che costruiscono ventilatori elettronici e apparecchiature per la rianimazione.

Dei 1.500 apparecchi prodotti tra il 9 marzo e il mese di maggio, il 70 per cento sono stati consegnati al Nord, il 20 per cento al Centro e il 10 per cento al Sud. Tutto questo è stato possibile grazie al gioco di squadra fatto da Siare con altre imprese della Motor Valley e alla collaborazione dell’Esercito italiano, che ha messo a loro disposizione 25 tecnici.

È Gianluca Preziosa, direttore generale di Siare a raccontare tutto questo nell’intervista pubblicata nel libro Tempo di IoP: Intranet of People. Commoventi le parole del manager emiliano, classe 1973: “Lo sforzo fisico è stato vissuto con una carica emotiva molto forte. Tutti noi sapevamo dove andavano a finire queste apparecchiature: prima arrivavamo, più vite umane avremmo salvato. Eravamo già una grande famiglia: questa impresa ci ha uniti ulteriormente”.

“Altro aspetto particolare – prosegue il dirigente – è stato aver portato dentro a un’azienda privata un apparato dello Stato, condizione vista solo in tempi della guerra: i nostri ragazzi e i militari sono diventati un corpo unico. Non a caso tutta Siare ha messo sul petto la spilletta della Difesa come se fossimo soldati, scesi in campo per combattere la stessa battaglia a favore della vita umana”.

Uniti, dunque. È questa la chiave per ripartire oggi anche con la comunicazione interna aziendale. Può essere portata avanti attraverso l’utilizzo di diversi strumenti come la intranet o rete riservata a chi lavora in un’impresa, l’invio di email o un social media come Telegram tramite l’apertura di un canale (con utenti infiniti) o di un gruppo privato (con un massimo di 200mila profili collegati).

È quello che ha fatto Confartigianato Bergamo che, appellandosi tramite l’invio di un messaggio di posta elettronica ai propri associati, ha contribuito alla realizzazione di una struttura di accoglienza sanitaria. In poche ore, lo scorso 23 marzo, hanno risposto decine di persone, diventate centinaia, giorno dopo giorno. In meno di due settimane, grazie anche all’aiuto degli artigiani è stato possibile dotare la città di Bergamo di un ulteriore posto di accoglienza dei malati.

La comunicazione aziendale rivolta verso l’esterno resta fondamentale. Essa, tuttavia, non sostituisce quella interna. Quest’ultima rappresenta un trampolino di lancio per tutti i mezzi adottati per comunicare fuori dal posto di lavoro. Prima di parlare all’esterno, occorre coltivare il dialogo in “famiglia”. Uniti, anche in tempo di post coronavirus, è infatti possibile raggiungere tanti risultati professionali.

* Giornalista professionista, saggista e influencer su LinkedIn, ero e sono convinto che al centro del lavoro ci sia la persona. Per questa ragione dal 2017 curo su LinkedIn la “Rassegna del cambiamento del lavoro”, postando contenuti che raccontino storie di professionisti a cui guardare con interesse.

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