Autostrade, ferrovie, aeroporti e porti in connessione tra loro grazie a 130 opere, quaranta delle quali definite prioritarie e strategiche, per far viaggiare più velocemente persone e merci e nel frattempo, con l’apertura di cantieri già previsti e in buona parte finanziati, smuovere l’economia in un post-Covid da profondo rosso. Duplice, ambizioso obiettivo e 32 slide per illustrarlo: un libro dei sogni da trasformare pezzo dopo pezzo in realtà, accelerando anche grazie alle modifiche normative del decreto Semplificazioni che permetteranno appalti più celeri, il commissariamento di 36 opere e ai lavori di andare avanti anche in caso di ricorsi.
Opere per 200 miliardi, ne mancano 65 – Sul piatto ci sono 196,7 miliardi di euro per la realizzazione delle opere, 65,4 dei quali ancora da trovare – e si spera nella conferma del Recovery Fund, che potrebbe portare 77 miliardi di sovvenzioni – mentre 131,3 sono risorse già assegnate. Quindici di questi riguardano una trentina di opere, tra strade e ferrovie, che sono ‘bloccate’ e saranno affidati a supercommissari: le due opere più grosse sono il potenziamento della linea Fortezza-Verona verso il Brennero (3,3 miliardi) e un nuovo lotto della statale 106 Jonica in Calabria da 1,3 miliardi. I benefici, assicurano dal ministero dei Trasporti, saranno notevoli, visto che dagli uffici di Paola De Micheli stimano nel Paese una riduzione media dei tempi del 17% e la possibilità per l’80 per cento della popolazione di raggiungere entro un’ora una stazione dell’Alta Velocità di Rete. E al piano di cantieri, ristrutturazioni e nuove costruzioni si aggiungeranno anche le proposte di altri ministeri, con interventi di edilizia sugli istituti penitenziari e le caserme.
Lo Stretto di Messina, l’unico grande assente – Autostrade e ferrovie sono le due protagoniste nei documenti di Italia Veloce, come è stato ribattezzato il piano. Nel dettaglio strade e autostrade hanno un costo di 54,3 miliardi e risorse assegnate di 45,1 miliardi, le ferrovie con i nodi urbani 113,4 miliardi (60 già stanziati), il trasporto rapido di massa nelle città metropolitane 20,8 miliardi (1,8 miliardi di fabbisogno), i porti 5,1 miliardi, 4,1 dei quali già disponibili, mentre gli interventi negli aeroporti (3,1 miliardi di costi) hanno risorse già completamente assegnate. Grandi e piccole opere, nel disegno finale, dovrebbero garantire un Paese “iperconnesso” in virtù di una mobilità rapida ed efficiente da Nord e a Sud, con importanti interventi dalla Liguria a Reggio Calabria e poi ancora tra Palermo, Messina e Catania. Nel mezzo, resta lo Stretto e quel ponte mai citato nel programma, ma a scorrere la geografia dei progetti unico tassello mancante nel Paese immaginato da qui a non si sa quanti anni, visto che non ci sono tempistiche indicate, nemmeno di massima, nelle 32 pagine di progetti che tengono insieme vecchie e nuove priorità che stanno a cuore alle forze di maggioranza.
La Gronda resuscitata e gli interventi anti-sismici – Le altre grandi opere – contestate, mai partite, rallentate, lievitate in termini di costo – ci sono tutte o quasi. Ad iniziare dalla Gronda di Genova, bocciata neanche un anno fa dalla analisi costi-benefici voluta dall’allora titolare dei Trasporti Danilo Toninelli durante il primo governo Conte. Con il potenziamento della tangenziale di Bari, del nodo di Firenze, del sistema autostradale e della tangenziale del nodo di Bologna fa parte del pacchetto di interventi pensato per il “decongestionamento” delle aree metropolitane. Prevista anche la “valorizzazione del patrimonio stradale esistente”, compresa la manutenzione di ponti e viadotti statali e provinciali, compresi i ponti sul Po. Si tratta di progetti pronti da anni, come aveva raccontato Ilfattoquotidiano.it, ma per i quali sono sempre mancati i finanziamenti. E ancora: potenziamento tecnologico e digitalizzazione A2 Salerno-Reggio Calabria, ripristino e messa in sicurezza delle infrastrutture a rischio sismico nell’Italia centrale, decongestionamento e fluidificazione tratte autostradali con la costruzione della quarta corsia dell’A1 tra Milano sud e Lodi, della terza corsia lungo la A13 fra Monselice e Padova sud e fra Bologna e Ferrara sud, nonché interventi per ampliare le carreggiate anche lungo la A14 nei pressi di Ravenna e della A12 fra Cerveteri e Torrimpietra.
Dalla Salaria alle nuove Pedemontane – Prioritari vengono ritenuti anche il potenziamento a 4 corsie della via Salaria e di due tratti della A4, nonché una nuova superstrada regionale Pedemontana Veneta e una nuova autostrada regionale Pedemontana Lombarda. Al sud previsti interventi sulla SS 658 Melfi-Potenza, lungo la statale 96 Matera-Bari e nuovi tratti della Salerno-Potenza-Bari. In Sicilia il ministero conta di riqualificare la A19 Palermo-Catania, di potenziare la Agrigento-Caltanissetta e mettere in collegamento diretto Ragusa e Catania. Allo studio c’è anche il completamento dell’itinerario Livorno-Civitavecchia. Presente anche l’Asti-Cuneo.
Treni, l’idea di un’Italia ad alta velocità – Confermata la volontà di investire sul Tav Torino-Lione, nonostante i giudizi negativi della Corte dei Conti Ue e segni di insofferenza anche in Francia, è ricco il programma di interventi lungo la rete ferroviaria. Non solo per interventi infrastrutturali e tecnologici in 12 nodi ferroviari da Torino a Catania passando per Milano, Genova, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria e Palermo. Ma, tra gli altri, anche per il nuovo collegamento Palermo-Catania-Messina e il raddoppio della Messina-Catania-Siracusa in Sicilia, mentre in Liguria è previsto anche il completamento del Terzo Valico dei Giovi e, sempre al Nord, il completamento della linea alta velocità Brescia-Verona-Padova. In fase di project review c’è il potenziamento della linea Taranto-Metaponto-Sibari-Paola e il potenziamento della Sibari-Catanzaro-Reggio Calabria. Mentre in progettazione di fattibilità ci sono la Tirrenica Nord, l’alta velocità Roma-Pescara e Orte-Falconara, Salerno-Reggio Calabria, Battipaglia-Potenza-Metaponto-Taranto e Genova-Ventimiglia. Il completamento dell’alta velocità di rete passa anche la direttrice adriatica con il potenziamento della tratta Bologna-Lecce.
In aeroporto in metro e hub potenziati – I binari dovranno dialogare anche con gli aeroporti, nel piano ideato dal Mit. Ecco quindi la previsione di collegamenti attraverso metropolitana o rete di superficie gestita da Rfi tra il centro urbano e gli aeroporti di Napoli, Milano Linate, Genova, Lamezia Terme, Bergamo, Firenze, Venezia e Catania. A Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Venezia è prevista anche l’espansione della capacità dei terminal per gli hub intercontinentali. Mentre restano in piedi un ampliamento di Fiumicino e la costruzione di nuove piste a Catania e Firenze, dove già pende un ricorso. Per quanto riguarda i porti, invece, al di là dello sviluppo tecnologico gli interventi puntano a connetterli con la rete ferroviaria e a permettere un agevole arrivo e uscita anche attraverso con le auto con la costruzione del cosiddetto “ultimo miglio” stradale.
La mobilità urbana – Come anticipato dal premier, previsti anche interventi su 9 dighe sarde, mentre il Mit spinge anche su una migliore mobilità urbana scommettendo sul rinnovo del parco bus, tram, metro e una nuova linea di metropolitana a Torino, il prolungamento di M1 e M5 a Milano, nuove linee di tram a Bologna e Roma, il potenziamento della linea tramviaria di Firenze e il completamento delle linee 1 e 6 della metropolitana di Napoli.
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