Politica

Forestali, in Parlamento provano a riaprire i giochi: tre proposte di legge per scorporare il Corpo dall’Arma dei carabinieri

Un'iniziativa di carattere parlamentare, con una serie di proposte di legge (presentate alla Camera dal deputato del M5s Maurizio Cattoi, Silvia Benedetti del Gruppo Misto e da Luca De Carlo di Fratelli d’Italia), punta a ridare autonomia alle circa 7500 ex Guardie dei nostri parchi che la riforma Madia ha trasferito in gran parte (6400) nell'Arma

Ai “Forestali” non è mai andato giù di dover indossare la divisa dell’Arma. Dopo quattro anni le Guardie rappresentate nella fiction Un passo dal cielo continuano a non darsi pace. Con il decreto legislativo 177 del 2016 (in attuazione alla Riforma dell’allora ministra Marianna Madia varata dal governo di Matteo Renzi che ha riorganizzato le pubbliche amministrazioni) il corpo dei Forestali è stato infatti soppresso e offerto su un piatto d’argento allo Stato maggiore dei Carabinieri, che ne ha preso la gran parte delle funzioni e delle strutture materiali. I loro storici compiti di prevenzione e controllo del territorio sono stati indeboliti, mentre il passaggio allo status di militare ha inevitabilmente influenzato l’approccio al lavoro di tantissimi agenti.

Ora però i giochi potrebbero riaprirsi. C’è un’iniziativa tutta di carattere parlamentare che con una serie di proposte di legge (presentate alla Camera dal deputato del M5s Maurizio Cattoi, Silvia Benedetti del Gruppo Misto e da Luca De Carlo di Fratelli d’Italia) sembra essere promettente per le circa 7500 ex Guardie dei nostri parchi: “Istituzione della Polizia forestale, ambientale e agroalimentare nell’Ambito della pubblica sicurezza”. Il Parlamento è al lavoro, se ne stanno occupando congiuntamente le commissioni Difesa e Affari costituzionali della Camera. Il relatore è il deputato Roger De Menech del Partito democratico il quale assicura che sarà composto un elenco molto ampio dei soggetti da audire: “Saranno sentiti tutti i portatori d’interesse a cominciare dall’Arma, anche se occorre che la commissione affari Costituzionali finisca l’esame della legge elettorale per poter entrare nel vivo. Dunque, siamo appena agli inizi e prevedibilmente non prima di settembre, dopo le audizioni, lavoreremo sui testi”. Che hanno lo stesso obiettivo ma sono diversi tra loro.

Mentre la proposta Cattoi vuole riorganizzare le competenze del Corpo presso il Dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, istituendo la Polfor, Polizia forestale, ambientale e agroalimentare, le altre due vogliono tornare al vecchio status inserendo il Corpo presso il Ministero delle politiche agricole e forestali. “Il Corpo aveva sue peculiarità”, spiega Silvia Benedetti, una delle proponenti. “Era molto veloce – aggiunge – ed ora la militarizzazione lo ha ingessato, rendendo più difficili i compiti di polizia ambientale. Ora se non hanno un ordine, per intenderci, non partono, mentre abbiamo sempre più bisogno di una struttura in grado di intervenire rapidamente”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’altro proponente, Luca De Carlo, che precisa: “Nelle nostre intenzioni non c’è nulla di polemico nei confronti dell’Arma a cui non si può chiedere un compito che non può svolgere, cioè quello della prevenzione. Di fatto, il passaggio ordinamentale, o meglio la soppressione vera e propria del Corpo forestale, ha creato un vuoto come ben sanno gli amministratori ai quali manca come l’aria un organismo di prevenzione dei danni ambientali”.

Per Maurizio Cattoi, ex carabiniere ed ex Forestale “è stato un errore mettere insieme un corpo che raccoglie informazionì sulle persone ed un altro che lo fa sul controllo tecnico del territorio: due cose che non c’entrano nulla tra loro”. Le tre proposte chiedono la ricomposizione funzionale e dei reparti dispersi. A parte i pensionati, all’incirca le cifre sono queste: 6400 ex forestali sono passati all’Arma, circa 350 ai Vigili del Fuoco, 125 alla Polizia di Stato, 45 alla Guardia di Finanza, 50 al ministero dell’Agricoltura e circa 600 sotto stati collocati in mobilità e destinati alle amministrazioni che avevano bisogno di risorse.

La riorganizzazione del Corpo puntava in pratica a ridisegnare un settore delicato e vitale dello Stato. Un percorso che è appena agli inizi ed è già decisamente in salita anche se di recente una sentenza della Consulta (170/2019) ha stabilito che le norme che hanno accorpato i Forestali all’Arma sono in linea con i principi costituzionali. Una parte principale della Riforma Madia (nella parte in cui prevedeva che l’attuazione attraverso i decreti legislativi possa avvenire dopo aver acquisito il solo parere della Conferenza Stato-Regioni) è stata invece già dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. Tornando ai Forestali adesso sarà interessante sapere cosa ne pensano della ricreazione del Corpo i soggetti che verranno auditi dalle commissioni parlamentari. Ovviamente a cominciare dall’Arma.