Un avvistamento in Liguria, l’estate scorsa, e due nuovi testimoni mai ascoltati nella fase di dibattimento. Sono gli elementi in base ai quali la difesa di Antonio Logli ha presentato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo e un’istanza di revisione del processo “per dimostrare la sua innocenza”. L’uomo era stato condannato in via definitiva 12 mesi fa a 20 anni di carcere per l’omicidio della moglie e distruzione di cadavere, nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012, a San Giuliano Terme, in provincia di Pisa.
Ora la criminologa Anna Vagli ha anticipato quelle che sono ritenute le novità dalla difesa di Logli: un presunto avvistamento in Liguria (nel corso di questi anni si era parlato di altre apparizioni di Ragusa come, per esempio, quella di Cannes in compagnia di uomo) e la testimonianza di due persone mai entrate nel lungo iter giudiziario. “Per ora non possiamo dire di più – ha detto Vagli che collabora con l’avvocato Enrico Di Martino – se non che riteniamo di avere almeno due nuove piste investigative, mai vagliate prima”. Il nuovo avvistamento, come ha scritto La Nazione, è entrato nelle carte depositate alla Cedu e con le quali la difesa intende chiedere la revisione del processo.
Per tre gradi di giudizio Logli è sempre stato ritenuto l’assassino della moglie, all’epoca dei fatti 44enne. E sul movente non ci sono mai stati dubbi: mettere fine al matrimonio e iniziare una nuova vita con l’amante Sara Calzolaio senza cambiare nulla del suo assetto economico, come invece sarebbe accaduto in caso di divorzio. Logli, dopo essere entrato in cella, si è sempre detto innocente. “Con le due piste investigative – ha concluso Vagli – riteniamo di poter dimostrare che la verità, dopo otto anni, debba cercarsi altrove. Siamo stati cercati dalla persona che ha visto Ragusa, da sola, in Liguria”.