Dieci piccioni decapitati e lasciati sulla sabbia nello stabilimento gestito fino al 2014 dal cognato del boss reggente di Ostia, Roberto Spada. Proprio la spiaggia libera comunale dove sarebbe dovuta recarsi la sindaca Virginia Raggi, sabato scorso, durante il suo sopralluogo sul litorale di Roma, prima di cambiare idea e virare verso il terzo cancello di Castel Porziano. La prima cittadina ha presentato oggi denuncia contro ignoti ai carabinieri di Ostia. Il Campidoglio ha interpretato come un’intimidazione il rinvenimento degli uccelli morti, l’ultima di una serie di episodi “sospetti” avvenuti nelle ultime settimane in una zona dove l’influenza della criminalità organizzata è considerata ancora molto forte. In attesa dell’informativa, non è escluso che la Procura di Roma decida di aprire un’inchiesta. Anche se fonti dell’Arma locale restano abbastanza caute. Nel corso degli ultimi anni la zona sembra essere piuttosto frequentata anche da gruppi di satanisti. Il 14 giugno 2018, all’ex chiosco “Mamma Mia”, furono ritrovate la testa di una capra, una gallina sgozzata e un’oca morta; qualche mese prima, il 24 aprile, ben quattro galline sgozzate poco distanti da alcune croci in legno, all’ex Faber Beach. Entrambi gli stabilimenti sono limitrofi al luogo del rinvenimento dei piccioni decapitati.
Resta la necessità di non sottovalutare la “coincidenza” del ritrovamento con l’arrivo programmato della sindaca. Come detto, l’ex chiosco Onda Anomala era gestito fino al 2014 da Paolo Ascani, fratello della moglie di Roberto Spada, reggente dell’omonimo clan di “zingari” del litorale e noto alle cronache per l’aggressione con testata del 2018 ai danni dell’inviato della Rai, Daniele Piervincenzi. Ascani il 21 aprile scorso era stato vittima di un agguato, rimediando alcuni colpi di pistola alle gambe: per questo episodio, il 25 maggio successivo la dda di Roma ha disposto l’arresto per Girolamo Finizio, cognato del boss Michele Senese detto “O’ Pazzo”. Il “chiosco” – che in realtà si era allargato divenendo uno stabilimento con ristorante – fu sgomberato e smantellato fra il 2014 e il 2015, grazie all’intervento dell’allora assessore capitolino alla Legalità, il magistrato Alfonso Sabella.
Da allora il Comune di Roma si è impegnato per attrezzare e rendere fruibili gli stabilimenti strappati all’abusivismo (e alla criminalità). Pur con qualche critica, spesso mosse sui social dagli stessi ex gestori sfrattati. Nel corso delle ultime settimane, poi, sono stati diversi gli episodi di “sabotaggio” denunciato dal Movimento 5 stelle del litorale. All’ex chiosco Amanusa – oggi “spiaggia bianca” – ignoti in tre diversi momenti sono entrati in spiaggia con una gip smantellando le paline di segnalamento; hanno messo nella sabbia dei chiodi tra una palina e l’altra “in maniera scientifica” (erano tutti in fila) e hanno bruciato con un falò le stesse paline di legno. Alla spiaggia attrezzata dell’Idroscalo, invece, sono stati danneggiati e presi a calci i bagni chimici appena installati ed è stata svaligiata e divelta la casetta in legno a uso dei bagnini.
Il ritrovamento dei piccioni morti e il possibile collegamento con Raggi ha riportato a un altro episodio, denunciato a luglio del 2015 dall’allora sindaco Ignazio Marino che si ritrovò sotto casa il cadavere di un volatile accanto a un bossolo. Alla stessa prima cittadina nel 2019 venne rafforzata la scorta, dopo le minacce arrivate da esponenti del clan Casamonica, ancora inferociti per l’operazione del 2018 e lo sgombero delle villette abusive del Quadraro. Nei mesi scorsi, poi, la stessa Raggi ha presentato denuncia in procura in relazione alle minacce ricevute sui social da simpatizzanti di Casapound. “È stata immediatamente presentata una denuncia – ha affermato la sindaca su Facebook – Di una cosa sono però certa: non mi fermo, non ci fermiamo. Siamo in tanti, siamo la maggioranza: Ostia è di tutti e non di una piccola, sparuta minoranza di delinquenti. Proseguiremo nel risanamento di uno dei posti più belli d’Italia. Non permetteremo di isolarci”.