“Fatta salva ogni eventuale variazione del rapporto concessionario derivante dalla procedura di contestazione pendente, al termine dei lavori l’infrastruttura in questione deve ritenersi riassorbita nel rapporto concessorio vigente al momento del trasferimento”. È racchiuso in questo passaggio della lettera inviata al commissario per la ricostruzione Marco Bucci e al premier Giuseppe Conte la restituzione “pro tempore” del nuovo ponte di Genova ad Autostrade.

Tre righe che hanno mandato in rivolta i Cinque Stelle e riaperto una crepa nella maggioranza, ma la ministra dei Trasporti Paola De Micheli spiega che il trasferimento “non interferisce in alcun modo con la procedura di contestazione in corso” per il crollo del 14 agosto 2018 “né può costituire in alcun modo riconoscimento, diretto o indiretto, dell’adeguatezza della misura di gestione e manutenzione sinora adottate dal concessionario”. Piuttosto, scrive De Micheli, la consegna “deve risultare coerente” con “l’assetto normativo, anche al fine di prevenire potenziali contenziosi verso l’Amministrazione”. Come dire: è la legge che ci impone di restituire a loro l’opera, altrimenti c’è il rischio che la vicenda finisca in tribunale. E oltretutto che il viadotto, ormai finito, resti chiuso al traffico.

In un altro passaggio della lettera, tra l’altro, De Micheli chiarisce che Autostrade è il “soggetto concessionario pro-tempore”, definendo appunto il perimetro della gestione slegata dall’iter di revoca, ma necessaria per “eseguire in tempo utile tutte le attività amministrative” finalizzate alla riapertura del viadotto sul fiume Polcevera, in programma tra l’1 e il 10 agosto. Era stato Bucci, lo scorso 1 giugno, a sollecitare il ministero dei Trasporti a fornire chiarimenti sulle “questioni procedurali propedeutiche all’apertura”, visto che i lavori sono ormai in fase di ultimazione. E tra le “questioni prioritarie” aveva inserito proprio “l’esigenza di identificare il futuro ‘esercente/concessionario'” dell’infrastruttura.

“In relazione a tale specifica questione la direzione Generale competente di questo Ministero, con nota del 5 febbraio 2019 ha fornito delle prime indicazioni – la risposta di De Micheli – segnalando che, fatta salva ogni eventuale variazione del rapporto concessorio derivante dalla procedura di contestazione pendente, al termine dei lavori l’infrastruttura in questione deve ritenersi riassorbita nel rapporto concessorio vigente al momento del trasferimento”. Insomma, già da oltre un anno e mezzo, quando a guidare il dicastero era Danilo Toninelli, la struttura tecnica del Mit aveva indicato la strada di Autostrade come gestore del nuovo ponte.

La ministra dei Trasporti spiega quindi che “si ritiene necessaria” la stesura di un protocollo d’intesa tra il suo ministero, il commissario e Autostrade, “finalizzato a regolare il trasferimento dell’infrastruttura” e, aggiunge, “per assicurare la più ampia garanzia di scrupolosa gestione” del nuovo ponte, “nella massima trasparenza, si manifesta l’opportunità” che “anche le attività connesse al monitoraggio” e “al rispetto dei piani di manutenzione” siano “regolati mediante un distinto protocollo operativo” che “potrebbe prevedere il coinvolgimento di operatori terzi, muniti di caratteristiche di terzietà, espressi dall’Amministrazione”. Insomma, anche se a gestirlo sarà Autostrade è intenzione dello Stato scegliere i ‘controllori’ dell’opera.

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