Era del metadone quello che è stato ceduto ai due ragazzi di 15 e 16 anni trovati morti dai loro familiari nella prima mattina di ieri, martedì 7 luglio, a Terni. A venderlo è stato un uomo di 41 anni, fermato nella tarda serata di ieri dalla polizia e portato al carcere di Sabbione. L’uomo, secondo quanto raccontato dal suo avvocato, Massimo Carignani, avrebbe confessato subito: “Ha ammesso dal primo momento di avere ceduto loro del metadone, lo stesso che gli viene fornito presso il Sert, essendo seguito come tossicodipendente”. L’avvocato ha poi rivelato che i due giovani avrebbero incontrato il 41enne, per la cessione della sostanza, “tra le 21 e le 21.30 di lunedì sera nel quartiere San Giovanni”. Nella stessa zona è stata ritrovata dai carabinieri una bottiglietta che si ritiene contenga la sostanza assunta dai due ragazzi. Questo venerdì, a seconda della disponibilità dell’ospedale di Perugia, verranno fatte le autopsie.
“Abbiamo una responsabilità collettiva per quello che è accaduto. Forse non siamo stati del tutto capaci di fare il nostro dovere”, commenta il procuratore della Repubblica di Terni, Alberto Liguori. “Forse abbiamo avuto fortuna – ha sottolineato il magistrato – i carabinieri hanno avuto intuito investigativo. Nel giro di pochissime ore avevano già imboccato la strada giusta”. Un aiuto per le indagini è arrivato dai giovani che, come sottolinea il procuratore, “ci hanno dato una grande mano indirizzandoci e restringendo il campo di azione. Ci hanno condotto verso il sospettato. Cosa grave – ha concluso – è il fenomeno della dimestichezza che hanno con il mondo della droga“.