Cronaca

Coronavirus, a Venezia rischio nuovo focolaio Covid. Jesolo, 7 casi tra gli stagionali bengalesi. Nel Parmense 33 positivi, Mondragone è libera

L'uomo infatti aveva partecipato a un'affollata cena pochi giorni prima di partire, in un ristorante di Riviera del Brenta: 50 persone già sottoposte a tampone. Nuovo focolaio in provincia di Parma, mentre Mondragone non è più zona rossa

Le analisi negative, quindi la decisione di partire per un viaggio di lavoro in Africa. Ma all’arrivo in aeroporto un imprenditore veneziano è risultato positivo al Covid. La vicenda, raccontata dal Corriere, fa temere per un nuovo focolaio di coronavirus in Veneto: l’uomo infatti aveva partecipato a un’affollata cena, pochi giorni prima di partire, in un ristorante di Riviera del Brenta.

L’imprenditore di Mira, scrive il Corriere, viaggiava molto per lavoro e quindi aveva prestato massima attenzione al rispetto delle norme. Anche le ultime analisi, una settimana prima di partire, avevano dato esito negativo. Lo screening in aeroporto però ha registrato diverse anomalie, confermate dall’esito del tampone: positivo. Subito l’uomo ha avvertito il suo medico, facendo scattare una campagna di tamponi a tappeto. Il contagio potrebbe essere avvenuto proprio a quella cena, dove era presente un’altra persona poi risultata positiva.

Intanto, sempre nel Veneziano, si monitora la situazione a Jesolo, dove sette lavoratori stagionali sono risultati positivi: provengono tutti dal Bangladesh e sono arrivati in Italia con uno dei voli da Dacca, poi sospesi temporaneamente dal ministero della Salute. L’Usl 4 del Veneto orientale sta monitorando la situazione, ma pare non ci sia il rischio che scoppi un nuovo focolaio: già isolati i positivi.

Confermato, invece, un nuovo focolaio in un’azienda del Parmense, la Parmovo, con 33 casi positivi. Lo rivela l’Ats Val Padana dopo aver effettuato il test su alcuni residenti nella zona di Casalmaggiore (Cremona) e Viadana (Mantova). Si tratterebbe di dipendenti di una società di servizi lombarda che fornisce manodopera a varie attività, tra cui l’azienda parmense. Questi casi, spiega l’Ats Val Padana, non sono da ricondurre “ai focolai del Viadanese” ma sono “l’esito di ulteriori attività di indagine” avviate “nei giorni scorsi su un contesto lavorativo collegato a un’attività produttiva sita in provincia di Parma, nel quale si sono registrati dei casi di positività al Covid-19”.

Buone notizie per quanto riguarda il focolaio di Mondragone, nel Casertano: i Palazzi Cirio non sono più zona rossa. Terminava ieri, infatti, la misura di contenimento del contagio da Covid-19 richiesta dalla Asl di Caserta, in vigore dal 22 giugno dopo che era stato scoperto un focolaio tra i membri della comunità bulgara. I contagi emersi dagli screening sono stati 104 in tutto (di cui 43 positivi), su circa 4mila tamponi. Le rilevazioni sono state eseguite in seguito alla scoperta di un cittadino italiano residente a Mondragone positivo al tampone. Dei 104 casi attualmente positivi, 91 abitano a Mondragone, quattro a Falciano del Massico, quattro a Sessa Aurunca, tre a Carinola e due a Recale. In totale, ora nel Casertano ci sarebbero 108 persone positive al coronavirus; le quattro non riconducibili al focolaio di Mondragone sono residenti dei comuni di Casapulla, Dragoni, Lusciano e Rocca d’Evandro.