Antonio Esposito, il presidente della sezione Feriale della corte di Cassazione che nel 2013 condannò Silvio Berlusconi, vuole intervenire alla Corte europea dei diritti dell’Uomo nel procedimento sull’ex presidente del consiglio. Quel procedimento era stato in un primo momento archiviato. Dopo aver incassato la riabilitazione da parte del tribunale di Milano, gli avvocati di Berlusconi hanno ritirato il ricorso perché un eventuale decisione “non avrebbe prodotto alcun effetto positivo” per il loro cliente. Poi, nell’aprile scorso, hanno vinato a Strasburgo alcune integrazioni. L’ormai noto audio tra l’ex cavaliere e il giudice Amedeo Franco, componente della sezione presieduta da Esposito che condannò in via definitiva il leader di Forza Italia per frode fiscale. Relatore del collegio , nell’audio registrato Franco definiva – tra le altre cose – quella sentenza “una schifezza guidata dall’alto”. Agli atti di quel ricorso i legali dell’uomo di Arcore hanno depositato anche alcune testimonianze contro lo stesso giudice Esposito. Che adesso chiede di essere audito a Strasburgo.
A renderlo noto è il difensore del giudice, l’avvocato Antonio Grieco. Esposito, si legge in una nota diffusa dal legale, “con istanza del 7 luglio 2020 ha chiesto al presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo di essere autorizzato a intervenire nel procedimento ‘Berlusconi contro Italia sia per dimostrare la sua assoluta imparzialità sia per argomentare, contrariamente a quanto sostenuto dai legali di Berlusconi, in merito alla totale regolarità e correttezza del processo che lo ha visto condannato per il reato di frode fiscale”. Il giudice ha dato mandato oltre che a Grieco anche all’avvocato Antonio Paliano.
Nella stessa nota il legale di Esposito riferisce anche che il suo assistito, insieme con Claudio d’Isa, un altro giudice che faceva parte del collegio della sezione feriale della Cassazione che emise la sentenza, e con il figlio Ferdinando Esposito “hanno depositato istanza di mediazione per poter agire nei confronti dell’onorevole Andrea Ricciardi, dei giornalisti Nicola Porro e Alessandro Sallusti e Piero Sansonetti, oltre che nei confronti delle società proprietarie dell’emittente televisiva Rete 4 e dei quotidiani Il Giornale e Il Riformista” per le “affermazioni gravemente diffamatorie espresse nella trasmissione di Retequattro ‘Quarta Repubblica del 29 giugno” e per alcuni articoli usciti sul ‘Riformista e l’editoriale di Sallusti sul Giornale del 1 luglio. Un’istanza analoga è stata depositata da Esposito e D’Isa “per le gravi affermazioni diffamatorie contenute nell’articolo a firma di Giuliano Ferrara apparso sul ‘Foglio il 1 luglio”. “Altre iniziative – annuncia l’avvocato Grieco – saranno intraprese nei prossimi giorni tra le quali la formale querela di Ferdinando Esposito per il reato di diffamazione pluriaggravata nei confronti di Porro per avere quest’ultimo affermato nel corso della trasmissione una circostanza radicalmente falsa totalmente inventata estremamente lesiva della reputazione”. Infine, la querela di Antonio Esposito nei confronti di Sansonetti “per diffamazione aggravata per le affermazioni rese nel corso della trasmissione quarta Repubblica del 6 luglio, sempre condotta da Porro, gravemente offensive della magistratura e del presidente Antonio Esposito in particolare”.
Durante puntata di Quarta Repubblica citata dall’avvocato di Esposito era stato mandato in onda l’audio di un colloquio tra Berlusconi e il giudice Franco, componente della sezione Feriale come d’Isa ed Esposito che condannò in via definitiva il leader di Forza Italia per frode fiscale. Sansonetti aveva rilanciato la notizia di quell’audio sul suo quotidiano Il Riformista. Già dopo la diffusione di quel dialogo, allegato al ricorso a Strasburgo dell’ex cavaliere, Esposito aveva annunciato l’intenzione di rivolgersi alla giustizia. Poi ha formalizzato le sue intenzioni dopo che la trasmissione delle reti Mediaset era tornata sulla vicenda mandando in onda le dichiarazioni rese a uno dei legali di Berlusconi e poi allegate al suo ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. A parlare erano un bagnino termale, un cameriere ed uno chef di un albergo di proprietà di Domenico De Siano, senatore e coordinatore campano di Forza Italia, ed ex sindaco di Lacco Ameno. I tre dipendenti accusano il dottor Esposito di avere usato espressioni volgari nei confronti dello stesso Berlusconi. Sono le stesse dichiarazioni già oggetto di una denuncia di Esposito, che ha dato vita a un’indagine della procura di Napoli raccontata dal Fatto Quotidiano. Annunciando l’intenzione di querelare la trasmissione, l’avvocato Grieco aveva parlato di “numerose faziosità, distorsioni ed omissioni” oltre che di una “gravissima diffamazione”ai danni del suo assistito andata in onda sulle reti della famiglia Berlusconi.