Nonostante una massiccia campagna di lancio, la app Immuni non ha “per ora” raggiunto il target prefissato. Lo ha detto il Commissario Domenico Arcuri nel seminario online organizzato dal Centro Studi Americani, intervistato da Lucia Annunziata. “La principale delle ragioni non ha a che fare con la campagna informativa. Ha a che fare con la fase del ciclo di epidemia che stiamo vivendo e che trova una qualche forma comprensibile – ma non condivisibile – di rilassamento generale. Ci servirà molto a partire dall’autunno“. Nel corso della stessa intervista Arcuri ha parlato anche dei tamponi effettuati dalle Regioni e soprattutto della strategia per il rientro a scuola: dopo la gestione dell’emergenza coronavirus, il commissario straordinario si occuperà anche della riapertura in sicurezza a settembre.
Tamponi: “Se ne fanno di meno bisogna chiedere a loro perché” – Le Regioni spiega Arcuri nel corso dell’intervista, in questo momento “hanno la possibilità di fare 92mila tamponi al giorno, li abbiamo dotati dei tamponi e dei reagenti per estrazione e dei kit. Abbiamo scollinato la polemica di maniera sui reagenti. Ne fanno di meno? Bisognerebbe chiedere a loro perché ciò accade”. Sul rischio di una seconda ondata, Arcuri commenta: “Temo che ci sarà in autunno, ma sarà difficile che ci si rigetti nel dramma di marzo”.
Scuole: test al personale e 10 milioni di mascherine al giorno – Durante il seminario virtuale del Centro Studi Americani, Arcuri ha annunciato “un bando per una procedura pubblica europea per acquistare 2 milioni di test sierologici da somministrare al personale docente e non docente” prima della riapertura delle scuole. Verranno effettuati in collaborazione con i medici di famiglia, le Asl e i distretti sanitari. Non un’operazione unica, ma ripetuta a cadenze regolari durante l’anno scolastico. Con la ripresa delle lezioni, ha aggiunto, “serviranno 10 milioni di mascherine al giorno“, distribuite gratuitamente al personale, agli insegnanti e agli studenti. “Utilizzeremo una parte della produzione nazionale per garantire che dieci milioni di studenti abbiano tutti i giorni una mascherina gratis”. E poi c’è il problema dei banchi: “Ci sono scuole attrezzate e alcune da attrezzare. Pensiamo di dover comprare il 40-50% del totale dei banchi“.