Vaccini e terapie per tutti e strumenti diagnostici adeguati in tutto il mondo, solo così conterremo e sconfiggeremo l’epidemia di Covid-19. Sono queste le richieste di Medici Senza Frontiere, raccolte nel manifesto “Nessuno si salva da solo”, già firmato da tanti nomi noti del panorama italiano tra cui Valerio Mastandrea, Claudio Bisio e Sabrina Ferilli.
“Ascoltiamo ogni giorno dichiarazioni sulla necessità che cure e vaccini siano beni comuni accessibili a tutti” spiega la dottoressa Stella Egidi, responsabile medico di MSF, “ma le iniziative fin qui messe a punto non indicano chiaramente quali strumenti concreti saranno resi disponibili per consentire equità e inclusione per tutti i Paesi”. Nonostante le parole di conforto in merito e le promesse fatte, infatti, per MSF “persiste la preoccupazione che si instaurino meccanismi a più livelli, in cui gli Stati economicamente più forti si possano assicurare un vantaggio e una maggiore libertà di utilizzo del vaccino, rispetto agli Stati più deboli”, si legge nel comunicato. Per questo, “solo con una ricerca trasparente, collaborazione tra Stati, sospensione dei brevetti e senza ripetere gli errori del passato si potrà arrivare a un vaccino contro la Covid-19 veramente accessibile a tutti”. In una situazione globale in cui “assistiamo alla corsa di singoli Paesi ad accaparrarsi quote di vaccini”, spiega Egidi, bisogna invece invertire la rotta e “assicurare l’accesso al vaccino e alle cure per tutti, in tutto il mondo”.
A questa battaglia si associa, quindi, quella sui contributi pubblici ricevuti dall’industria farmaceutica a cui “non deve essere lasciata libera iniziativa nella definizione del prezzo e della distribuzione del futuro vaccino”, si legge nel comunicato. Perché come è già stato dimostrato dai tanti focolai ‘di ritorno’ in Cina o in Corea, “questa pandemia può essere sconfitta soltanto adottando un approccio globale e coordinato basato su trasparenza e condivisione dei saperi” aggiunge la dr.ssa Egidi. “La presenza del Covid-19 in una parte del mondo continuerà ad impattare pesantemente anche gli altri Paesi in una catena senza fine. Non ripetiamo gli errori del passato e diamo spazio alle cure per tutti”. Errori che, in passato, hanno portato a numerose morti evitabili come nel caso dell’epidemia da HIV/AIDS, dove negli Anni ‘90 le cure hanno salvato migliaia di vite nei Paesi più ricchi condannando altri luoghi più poveri, come l’Africa, ad aspettare anche dieci anni prima di poter accedere a delle cure che, se tempestive, avrebbero potuto salvare milioni di vite.