I due alti magistrati saranno eletti molto probabilmente mercoledì prossimo, 15 luglio, quando si terrà una seduta del Plenum di Palazzo dei Marescialli presieduta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La seduta si terrà al Quirinale. Sempre oggi il plenum ha eletto i quattro componenti supplenti della Sezione disciplinare. Si tratta del laico Emanuele Basile eletto con 24 voti e dei tre togati (giudici con funzioni di merito) Elisabetta Chinaglia 21 voti, Giuseppe Marra 24 voti e Ilaria Pepe 24 voti
Sarà con tutta probabilità Pietro Curzio il nuovo primo presidente della corte di Cassazione. La Quinta Commissione del Csm all’unanimità ha deliberato, infatti, ha deciso di proporre l’attuale presidente di Sezione della Corte di Cassazione. Nella stessa seduta la Commissione incarichi direttivi ha proposto, sempre all’unanimità, Margherita Cassano, attuale presidente della Corte d’Appello di Firenze, per l’incarico di presidente Aggiunto.
I due alti magistrati saranno eletti a questo punto mercoledì prossimo, 15 luglio, quando si terrà una seduta del Plenum di Palazzo dei Marescialli presieduta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La seduta con con all’ordine del giorno la proposta di nomina del Primo Presidente della Corte di Cassazione si terrà nel Palazzo del Quirinale, all’interno Salone delle Feste. Due giorni dopo, il 17 luglio, infatti, lascerà la magistratura per raggiunti limiti di età Giovanni Mammone, attuale primo presidente della Cassazione.
Sempre oggi il plenum del Csm ha eletto i quattro componenti supplenti della Sezione disciplinare. Si tratta del laico Emanuele Basile eletto con 24 voti e dei tre togati (giudici con funzioni di merito) Elisabetta Chinaglia 21 voti, Giuseppe Marra 24 voti e Ilaria Pepe 24 voti. Adesso che è stato di fatto realizzato il potenziamento della sezione disciplinare, deliberato ieri, è possibile formare il collegio in vista dell’udienza fissata per il 21 luglio sul caso di Luca Palamara. Palazzo dei Marescialli ha deciso di modificare il regolamento e “potenziare” la sezione disciplinare proprio in vista del caso legato al pm il sotto inchiesta a Perugia. Diventato il simbolo del cosiddetto “caso nomine“, Palamara è l’unica toga sotto inchiesta ma il trojan installato sul suo telefonino ha registrato le voci e i messaggi di decine di altri giudici. Molti dei quali adesso dovranno affrontare un procedimenti disciplinare. Con l’alto rischio di astensioni, dunque, si è deciso di allargare la rosa dei supplenti.