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Donald Trump dovrà fornire le dichiarazioni fiscali alla Procura di New York. La decisione della Corte Suprema: “Non ha l’immunità”

Esulta il procuratore di New york, Cyrus Vance, che guida le indagini che puntano ad accertare se vi sia stato un pagamento in nero, in cambio del silenzio, di due donne che, nel corso della campagna presidenziale del 2016, sostennero di aver avuto relazioni con il magnate. Il tycoon: "Procedimento totalmente politico"

Nuova tegola per il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dopo che la Corte Suprema ha stabilito che la procura di New York, nel caso in cui lo ritenga necessario a fini investigativi, può richiedere l’accesso alle dichiarazioni fiscali del tycoon, unico inquilino della Casa Bianca dai tempi di Richard Nixon ad essersi rifiutato di renderle pubbliche. “Questo è un procedimento totalmente politico. Ho vinto la caccia alle streghe di Mueller e altre ed ora devo continuare a combattere nella politicamente corrotta New York”, ha commentato Trump.

I giudici della Corte Suprema, con maggioranza di 7 a 2, hanno stabilito, contraddicendo le rivendicazioni del tycoon, che un presidente in carica non gode di totale immunità e quindi non può sottrarsi a indagini penali. Il riferimento è alle inchieste che, tra le altre cose, puntano ad accertare se vi sia stato un pagamento in nero, in cambio del silenzio, di due donne che, nel corso della campagna presidenziale del 2016, sostennero di aver avuto relazioni con il magnate, tra cui anche la pornostar Stormy Daniels.

Non sarà però una commissione della Camera, controllata dai Democratici, a poter accedere alle informazioni fiscali del presidente, ha precisato la Corte, ma potrà farlo il procuratore di New York, Cyrus Vance, che coordina le indagini. Questo significa che che l’ufficio contabile del tycoon, Mazars Llp, deve adempiere alla richiesta di consegnare la documentazione al gran giurì. “Questa è un’enorme vittoria per il sistema giudiziario della nostra nazione e per il suo principio fondante che nessuno, neppure il presidente, è sopra alla legge”, ha commentato Vance. “La nostra indagine, che è stata ritardata per quasi un anno da questo, riprenderà – ha aggiunto – guidata come sempre dal solenne obbligo del gran giurì di seguire la legge e i fatti, ovunque portino”.

Esulta anche la speaker della Camera, la Dem Nancy Pelosi, che durante il suo mandato si è più volte scontrata anche duramente con il presidente, soprattutto sulle indagini relative alla richiesta di impeachment: “Da una lettura attenta dei pronunciamenti della Corte Suprema non arrivano buone notizie per il presidente Trump – ha affermato – La responsabilità costituzionale del Congresso di svelare la verità continua, nello specifico per le connessioni con la Russia che il presidente nasconde”.

Immediata la reazione di Trump affidata, come spesso accade, a Twitter: “La Corte Suprema ha rimandato il caso alla corte di grado inferiore, la lite giudiziaria continua. Questo è un procedimento totalmente politico. Ho vinto la caccia alle streghe di Mueller e altre ed ora devo continuare a combattere nella politicamente corrotta New York. Nessuna imparzialità per questa presidenza o amministrazione”.