Cultura

Editoria, autopubblicarsi può portare al successo: il caso di Nicola Rocca

Durante il lockdown molti italiani si sono avvicinati alla lettura, come è emerso dai dati pubblicati nel rapporto Istat, però l’editoria continua ad essere in profonda crisi. Eppure ci sono autori self che ottengono ottimi risultati. Uno di questi è Nicola Rocca. I suoi romanzi sono talmente apprezzati e le vendite vanno così bene che ha deciso di lasciare il lavoro a tempo indeterminato per dedicarsi alla scrittura. Anche adesso ha ben tre libri tra i best seller di Amazon.

Nicola Rocca ha iniziato a scrivere nel 2007, su consiglio della sua professoressa di lettere. Prima si è cimentato con qualche breve racconto, dove inseriva sempre il colpo di scena, per poi approdare al romanzo. Ovviamente ha tormentato amici e parenti con le sue opere ma si è reso conto che non erano buoni giudici. Così, ha deciso di partecipare a svariati concorsi letterari senza riuscire a salire sul podio. Era sul punto di abbandonare quando arrivò una telefonata inaspettata: era finalista al Premio Nazionale Città di Vigonza. Il primo vero successo. E iniziò a pensare che la prof di letteratura aveva ragione.

All’esordio le pubblicazioni vennero affidate a case editrici che si rivelarono una profonda delusione sia sul fronte editing che su quello promozione: tante promesse che non furono mai mantenute. Così Nicola Rocca decise di cimentarsi nell’autopubblicazione.

Ma non era una strada semplice. In primo luogo doveva scegliere la piattaforma. Da una parte c’era Amazon che, a fronte della cessione dell’esclusiva, avrebbe messo in vendita le sue opere solo sulla sua piattaforma. Dall’altro lato c’erano le altre società che avrebbero distribuito i libri su tutte le piattaforme compresa quella di Jeff Bezos. L’autore decise di provare due piattaforme alternative ad Amazon. Ben presto però si rese conto che gran parte delle vendite avveniva attraverso la società di Seattle. A quel punto diede l’esclusiva a quella che viene considerata la Numero Uno.

Nicola Rocca non solo non si è pentito, ma a maggio 2020 ha deciso di lasciare un lavoro con contratto a tempo indeterminato per dedicarsi solo ai suoi romanzi. Non è stato solo il successo a spingerlo a una scelta così radicale, ha contribuito anche un problema di salute piuttosto serio e la sua passione per la scrittura.

Ora, riesce ad osservare la vita da un’altra prospettiva. E lui sostiene che è entusiasmante. Rocca scrive thriller, noir e racconti brevi proposti in formato digitale e cartaceo. I suoi preferiti sono La morte ha l’oro in bocca e Scheletri nell’armadio.

Come si diventa uno scrittore self di successo? Indubbiamente bisogna saper scrivere ed essere in grado di creare storie che attraggono il lettore. Ma per Rocca la qualità fa la differenza. Per questo si è circondato da quella che lui definisce “la sua squadra” composta da figure professionali, ad esempio grafico ed editor, che lo aiutano a realizzare un prodotto che non ha niente da invidiare a quelli con un editore alle spalle.

Molti sostengono che gli scrittori diventino self perché non trovano un editore “importante” interessato alle loro opere. Ovviamente io pongo la domanda a tutti i self che conosco. L’editore blasonato ha sempre un grande fascino. Però quelli che hanno già provato e sono riusciti a liberarsi giurano che la libertà è un bene troppo grande per rinunciarvi.

Nicola Rocca è indeciso. Ci sono giorni in cui sarebbe disposto a firmare un contratto, qualora dovesse arrivare la proposta da parte di un grande editore. In altri momenti, invece, è convinto che sia meglio vivere nel mondo del self. Libero, sia da vincoli contrattuali che creativi. Quando è particolarmente saggio pensa che la verità stia nel mezzo. Quindi anche se la proposta arrivasse da un editore molto importante leggerebbe bene il contratto e farebbe un po’ di conti prima di decidere.